Secondo Amd la maximulta inflitta a Intel cambierà il mercato dei microprocessori comportando vantaggi per i consumatori. Per la società di Santa Clara le indagini della Commissione sono viziate dalla malafede.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 14-05-2009]
A colpi di comunicati stampa, Intel e Amd si confrontano a distanza sulla maximulta inflitta dall'Unione Europea alla società di Santa Clara per comportamento anticompetitivo.
Amd, dalla cui denuncia tutta l'indagine è nata nell'ormai lontano 2000, non trattiene la soddisfazione per la decisione europea: "La sentenza di oggi è un passo importante verso la creazione di un mercato veramente competitivo" ha dichiarato Dirk Meyer, che di Amd è presidente e amministratore delegato.
Per Tom McCoy, vicepresidente esecutivo per le questioni legali della società di Sunnyvale, le conseguenze sull'industria dei computer saranno enormemente positive e i primi a beneficiarne saranno gli acquirenti di Pc: staremmo assistendo alla fine dei "prezzi gonfiati dal monopolio di Intel; i clienti europei godranno di maggiori scelta, valore e innovazione".
Non è Intel a vendere a basso costo per far fuori Amd - spiega Otellini - ma è il mercato stesso a stabilire chi vince e chi perde: "La conseguenza naturale di un mercato competitivo con solo due player primari è che quando uno dei due incrementa le proprie vendite, lo stesso non accade all'altro".
Che il ragionamento dell'amministratore delegato di Intel non sia proprio peregrino lo dimostrano i recenti dati di vendita: nel corso del primo trimestre di quest'anno, Amd ha registrato nel mercato delle Cpu un aumento del 4,6% rispetto al trimestre precedente; Intel, dal canto proprio, ha invece dovuto subire una perdita del 4,7%.
Nel segmento rappresentato da server e workstation la situazione è invece invertita: Amd perde l'1,2% mentre Intel cresce della stessa cifra.
Secondo Otellini quelle che la Commissione ha scambiato per vendite sottocosto sono in realtà forti sconti resi possibili dall'adozione di "tecnologie d'avanguardia".
L'azienda non riesce a resistere alla tentazione di inviare una frecciata alla Commissione, velatamente accusata di malafede: "La Direzione Generale per la Concorrenza della Commissione Europea ha ignorato o non ha voluto acquisire prove significative che contraddicono la sua decisione".
Nel proprio comunicato, Intel non entra nel merito delle altre accuse, come il pagamento della holding Media Saturn per privilegiare i Pc basati sulle proprie soluzioni anziché quelli basati su Amd, ma sostiene di essere pronta a "collaborare con la Commissione durante la procedura d'appello per accertare che stiamo agendo nel rispetto della loro decisione".
La conclusione della vicenda, insomma, sembra ancora lontana.
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