Non pensava che la madre sarebbe rimasta morta per sempre.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 14-01-2009]
Chi non ricorda il caso di Brandon Crisp, l'adolescente canadese fuggito di casa perché i genitori gli avevano proibito di giocare con la Xbox e trovato morto in seguito per una caduta?
Un altro caso per certi versi analogo e conclusosi tragicamente è avvenuto lo scorso ottobre in Ohio, negli Stati Uniti, ed è giunto in questi giorni a una prima conclusione.
Il diciassettenne Daniel Petric, appassionato di Halo 3 fino alla dipendenza, circa tre mesi fa si era visto portare via la propria copia dai genitori, che tentavano di "disintossicarlo".
Scoperto il delitto, Daniel è stato processato come un adulto riconosciuto colpevole dell'omicidio della madre. La sua difesa ha inutilmente cercato di dimostrare l'infermità mentale, asserendo che egli soffre di dipendenza da videogiochi, ufficialmente riconosciuta come disturbo psichiatrico dall'American Medial Association.
Daniel Petric potrebbe ora passare il resto della propria vita in prigione. Secondo il giudice che ha presieduto il processo, James Burge, non è tuttavia possibile escludere che Daniel sia stato reso "mentalmente instabile" dal videogioco.
"Sono fermamente convinto che Daniel Petric non aveva idea, quando ha ideato il suo piano, che se avesse ucciso i suoi genitori questi sarebbero rimasti morti per sempre" ha dichiarato il giudice.
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