Si alimenta con materiale organico e lo usa per produrre energia. In casa al posto del cassonetto.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 13-02-2012]
I robot di domani non dovranno porsi il problema di ricaricare le batterie: riusciranno infatti a trovare il proprio "nutrimento" praticamente ovunque e, facendolo, ci libereranno dei rifiuti.
È questa la promessa di EcoBot III, terza generazione di robot alimentati a celle a combustibile microbiche la cui stirpe è nata nel 2002 all'Università di Bristol.
Il primo EcoBot era un apparecchio sperimentale che si alimentava con zucchero, anziché utilizzare delle banali batterie e dover sottostare a cicli di ricarica; il secondo riusciva a utilizzare biomassa non raffinata per trarre energia, nutrendosi di mosche morte, frutta marcia e gusci di crostacei.
Il terzo EcoBot è, ovviamente, il più sofisticato dei tre, e anche il meno schizzinoso: «i robot che mangiano carburanti biologici posso trovare carburante sufficiente quasi dappertutto» spiega John Greenman, microbiologo del Bristol Robotics Laboratory. «C'è materia organica dappertutto sulla Terra - foglie e terreno nelle foreste, e persino rifiuti umani come urina e feci».
«EcoBot III» - continua Ioannis Ieropoulos, esperto di robotica del BRL - «è un robot che raccoglie cibo e acqua dall'ambiente. Esegue i compiti per cui lo progettiamo e, alla fine della giornata, si libera dei propri rifiuti».
|
Il processo di "digestione" del materiale organico dal quale EcoBot trae elettricità, infatti, comporta comunque la produzione di scarti, che il robot depone nella propria "cassetta".
Non è impossibile immaginare un futuro - per quanto lontano - in cui le tecnologie che fanno parte di EcoBot vengano integrate nelle case, permettendo di riciclare i rifiuti organici e persino gli escrementi umani producendo in questo modo energia.
Inoltre, per tornare alla robotica in senso stretto, automi che si alimentano come EcoBot III «funzionano finché vengono nutriti; non c'è nulla di meccanico che possa non funzionare, in loro. Possono andare avanti per 20 o 30 anni. Finché i microbi crescono, possono continuare a funzionare» spiega ancora Greenman.
Al momento, tuttavia, EcoBot non può fare altro che restare fermo in attesa che i microbi compiano il loro lavoro e forniscano energie alle batterie che gli consentono di operare; in futuro, però, la riduzione delle dimensioni del robot e un potenziamento delle celle permetterà di superare questi limiti, e nascerà EcoBot IV.
Il lavoro del team che ha creato EcoBot è parso così promettente che ha ricevuto finanziamenti dalla Bill & Melinda Gates Foundation per migliorare ancora la tecnologia di celle a combustibile microbiche e trasformare l'urina uana in elettricità.
Queste capacità torneranno utili anche durante le missioni spaziali, dove il problema dei rifiuti prodotti dagli umani è tutt'altro che secondario.
Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con Zeus News
ti consigliamo di iscriverti alla Newsletter gratuita.
Inoltre puoi consigliare l'articolo utilizzando uno dei pulsanti qui
sotto, inserire un commento
(anche anonimo)
o segnalare un refuso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA |
|
|
||
|
kenshir