Con questo gioco di parole si è diffusa in Rete la notizia che l'ultimo cd dell'artista australiana è protetto in modo da impedire l'estrazione digitale delle tracce, ma le proteste degli acquirenti hanno costretto la casa discografica a ritirare lo stock di copie protette e a sostituirle con altrettante "libere".
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 27-11-2001]
Ci ha provato anche lei. O meglio, ci ha provato la BMG, sua casa discografica: l'ultimo album di Natalie Imbruglia, "White Lilies Island", è protetto con il sistema Cactus Data Shield di Midbar Tech, che impedisce l'estrazione delle tracce in formato digitale, allo scopo di evitarne la conversione in MP3 e, di conseguenza, lo scambio via rete.
Ma anche stavolta la "furbata" è andata buca: il cd si è rivelato incompatibile con diversi lettori di DVD e di CD-ROM e molti acquirenti, seccati per l'impossibilità di fruire in modo completo del prodotto acquistato, hanno riportato il cd ai negozi, pretendendo la restituzione di quanto sborsato.
BMG, forse anche per timore di conseguenze legali, ha dichiarato di avere preso atto dei problemi lamentati dai clienti, impegnandosi alla sostituzione, che sarà effettuata direttamente o tramite i rivenditori. Nonostante la portavoce della major, Regine Hofmann, abbia insinuato che all'origine delle lamentele ci siano intenzioni "piratesche" (opinione assolutamente arbitraria ed offensiva nei confronti di tutti coloro che, spendendo il proprio denaro, hanno comunque dato un contributo al suo stipendio), è certamente una buona notizia constatare come il consumatore abbia ancora la possibilità di ottenere rispetto quando fa sentire forte e chiara la propria voce.
Va rimarcato, tra l'altro, che effettuare copie di back-up dei dati in proprio possesso è perfettamente legale, e sfidiamo chiunque a sostenere che le informazioni digitali memorizzate su di un cd audio non siano "dati" in possesso di chi acquista il cd stesso. Semmai, il problema è che la legge, pur garantendo tale diritto, non impone ai produttori il divieto di limitarne l'esercizio: l'introduzione di protezioni anticopia, da un punto di vista strettamente giuridico, non è perciò dichiaratamente illegale, pur rappresentando una lesione di un diritto riconosciuto, nonché una sottrazione di valore al bene venduto.
Inoltre, da questo punto di vista è improbabile che i cd protetti costino meno di quelli non protetti: anzi, c'è da aspettarsi che le case discografiche, sulla scia del famigerato "promo ticket", scaricheranno sui consumatori i costi sostenuti per acquisire le tecnologie di protezione, causando loro un doppio danno.
Insomma, se lo scambio di materiale coperto da copyright è illecito (e questo è un altro ambito di discussione), deve essere perseguito chi commette il reato, senza che eventuali "misure preventive" finiscano con il colpire indiscriminatamente gli onesti e i "disonesti".
Leggi la seconda parte - Boicottiamo i cd protetti!
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