Telecomunicazioni e concorrenza, che bella utopia

Il monopolio di Telecom è caduto sotto i colpi dell'Autorità Garante per le Telcomunicazioni e dell'Antitrust, ma siamo ancora molto lontani da una situazione di vera concorrenza. Che, forse, non si realizzerà mai.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 07-11-2001]

Sui libri di scuola si impara che il mercato, luogo più o meno virtuale di incontro della domanda e dell'offerta, può configurarsi in modi anche molto diversi tra loro. Uno di questi, particolarmente notevole, è la concorrenza perfetta, regime nel quale un gran numero di venditori e compratori affolla la piazza. Non vi sono barriere tecnologiche o d'altro genere all'ingresso nel mercato, e tutti dispongono delle stesse informazioni e hanno la medesima forza contrattuale, perciò nessuno può influenzare con il proprio comportamento l'andamento dei prezzi, che riflette unicamente la disponibilità effettiva della merce scambiata: il prezzo di un bene èstrettamente correlato alla disponibilità di questo sul mercato ed è possibile dimostrare che il profitto del venditore è massimo quando il prezzo del bene venduto ne uguaglia il costo marginale, cioè il costo necessario per produrne una ulteriore unità.

All'opposto, vi è il monopolio: vi è un unico venditore, il quale controlla il 100% del mercato; i compratori sono numerosi, ma non hanno un reale potere contrattuale nei confronti della controparte. In questo caso, il prezzo è determinato diversamente, in quanto si dimostra che il profitto del monopolista raggiunge il massimo quando il ricavo marginale, derivante dalla vendita di una unità addizionale del bene scambiato, è uguale al costo marginale, sostenuto per produrla. In altre parole, il monopolista trova convenienza nel produrre meno e vendere a prezzi maggiori rispetto a quanto farebbe in concorrenza. In regime di monopolio, perciò, la collettività economica subisce una perdita, perché la minore produzione determina minori possibilità di consumo; d'altra parte il monopolista, grazie ai prezzi più elevati, incassa una sorta di sovrappiù che, in regime di concorrenza, verrebbe redistribuito alla collettività nel suo insieme. Per tali motivi gli economisti affermano spesso che la concorrenza è preferibile al monopolio e che, per rendere concorrenziale un mercato, bisogna allineare i prezzi ai costi.

Si tratta, ovviamente, di modelli teorici, spesso difficili o impossibili da riscontrare nella realtà. Spesso, ma non sempre: fino a pochi anni fa, il mercato italiano delle telecomunicazioni era, effettivamente, un monopolio e il monopolista era, come ben sappiamo, Telecom Italia.

Leggi la seconda parte: Ma perché il monopolio?

Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con Zeus News ti consigliamo di iscriverti alla Newsletter gratuita. Inoltre puoi consigliare l'articolo utilizzando uno dei pulsanti qui sotto, inserire un commento (anche anonimo) o segnalare un refuso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Commenti all'articolo (0)


La liberta' di parola e' un diritto inviolabile, ma nei forum di Zeus News vige un regolamento che impone delle restrizioni e che l'utente e' tenuto a rispettare. I moderatori si riservano il diritto di cancellare o modificare i commenti inseriti dagli utenti, senza dover fornire giustificazione alcuna. Gli utenti non registrati al forum inoltre sono sottoposti a moderazione preventiva. La responsabilita' dei commenti ricade esclusivamente sui rispettivi autori. I principali consigli: rimani sempre in argomento; evita commenti offensivi, volgari, violenti o che inneggiano all'illegalita'; non inserire dati personali, link inutili o spam in generale.
E' VIETATA la riproduzione dei testi e delle immagini senza l'espressa autorizzazione scritta di Zeus News. Tutti i marchi e i marchi registrati citati sono di proprietà delle rispettive società. Informativa sulla privacy. I tuoi suggerimenti sono di vitale importanza per Zeus News. Contatta la redazione e contribuisci anche tu a migliorare il sito: pubblicheremo sui forum le lettere piu' interessanti.
Sondaggio
L'Italia e gli italiani sono pronti per il (video)gioco online?
I giocatori sarebbero anche pronti, ma il problema è il digital divide. Senza una connessione broadband il gioco online è una chimera.
In Italia più che in altri paesi ha ampia diffusione la pirateria. Il fatto che buona parte dei giocatori utilizzi prodotti contraffatti limiterà la crescita dell'online gaming.
Barriere linguistiche e ritardi nella diffusione di giochi e tecnologie online ci hanno penalizzato nel passato, ma oggi le possibilità di sviluppo sono rosee.
Non ci sono barriere tecniche, ma solo culturali. Il videogioco è tradizionalmente visto come un prodotto da fruire individualmente o in compagnia di amici.
La comunità di giocatori online italiana non ha nulla da invidiare per qualità e quantità a quelle degli altri paesi.

Mostra i risultati (810 voti)
Maggio 2024
Winamp apre il proprio codice sorgente
Google infila la IA dappertutto
Dentro la sede dei criminali
Windows 11 24H2 cripta tutti i drive all'insaputa dell'utente
L'app per snellire Windows 11 rimuove anche la pubblicità
Netflix, utenti obbligati a passare agli abbonamenti più costosi
Aprile 2024
La fine del mondo, di silicio
Enel nel mirino dell'Antitrust per le bollette esagerate
TIM, altre ''rimodulazioni'' in arrivo
L'algoritmo di ricarica che raddoppia la vita utile delle batterie
Hype e Banca Sella, disservizi a profusione
Falla nei NAS D-Link, ma la patch non arriverà mai
La navigazione in incognito non è in incognito
Le tre stimmate della posta elettronica
Amazon abbandona i negozi coi cassieri a distanza
Tutti gli Arretrati
Accadde oggi - 21 maggio


web metrics