Controlli biometrici, l'Unione Europea si adegua

La Commissione Europea si prefigge di rafforzare i controlli all'immigrazione istituendo controlli biometrici all'ingresso e trattando i dati con sistemi digitali avanzati.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 18-02-2008]

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I controlli, secondo le intenzioni dei legislatori comunitari, dovranno sorvegliare due distinte aree e cioè gli ingressi legittimi e quelli clandestini adottando di volta in volta le migliori soluzioni tecnologiche anche in relazione alla conservazione dei dati.

Per questi ultimi il periodo massimo di conservazione non dovrebbe superare i cinque anni, però con diritto di accesso ai propri dati anche in caso di rifiuto di entrata; secondo le previsioni il sistema potrebbe essere implementato e reso funzionante in un periodo variabile da cinque a otto anni.

Per contrastare l'immigrazione clandestina verrebbero invece adottate misure di sorveglianza "fisica" alle frontiere anche al fine di ridurre quanto possibile i casi di decesso durante le traversate marittime, dalle Canarie al Mediterraneo fino al Mar Nero, mediante un sistema coordinato di prevenzione e interventi denominato Eurosur

Oltre ai sistemi già in uso (sorveglianza aeronavale) l'Eurosur dovrebbe avvalersi anche di un sofisticatissimo sistema di rilevamento satellitare e di una flottiglia di aerei senza pilota, anche se per il momento non ci sono dati precisi né sul merito né sui costi che ovviamente si prevedono assai elevati.

Per quanto riguarda invece gli ingressi ordinari, Bruxelles prevede un rafforzamento notevole alle frontiere mediante il ricorso esteso a tecniche biometriche con percorsi preferenziali, semplificati e automatizzati, a favore dei cittadini comunitari già identificati e conosciuti nel data base di controllo.

Questa semplificazione d'altro canto verrebbe adottate soltanto nei confronti dei cittadini comunitari oggetto degli accordi di Schengen; perciò almeno per ora ne resterebbero esclusi gli ultimo arrivati (Romania, Bulgaria, Irlanda e Cipro) nonché la Gran Bretagna che continua a mantenere il suo storico -e forse ormai antistorico- isolamento rispetto all'Europa continentale.

In alternativa al "visto d'ingresso", che dovrebbe funzionare in modo identico a quello già in vigore negli Stati Uniti, potrebbe anche essere previsto una specifica "autorizzazione al viaggio" ovviamente valida per specifici trasferimenti; una specie di rivisitazione -si può presumere- delle procedure ancora in vigore nella Cina postcomunista e in altre aree del settore,

D'altra parte la Commissione Europea non può dimenticare di costituire nel suo insieme la massima destinazione turistica a livello planetario, per cui i flussi dei visitatori debbono essere facilitati piuttosto che resi difficoltosi.

Verrebbe perciò adottato un sistema di visto preventivo, dopo di che la durata del soggiorno sarà monitorato da un sistema elettronico e gli eventuali sforamenti immediatamente segnalati alle competenti autorità.

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