Il pm De Magistris indaga sul vicepresidente dell'Authority per la Privacy, che potrebbe indagare a sua volta su di lui.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 09-10-2007]
Il Paese è sconvolto dalla solita querelle tra magistrati, politici e stampa: questa volta a criticare e a cercare di limitare l'operato di magistrati e giornalisti, presunti colpevoli di andarci troppo pesanti con i politici, non sono più Berlusconi, Bossi, Fini e Casini ma Mastella e Prodi, con Berlusconi che dice bravo a Prodi perché critica le trasmissioni di Santoro.
Il problema è che il sostituto Pm De Magistris è accusato di aver commesso dei gravi abusi, nel corso della sua indagine sui rapporti perversi fra politica, affari e magistratura calabrese, mettendo su una banca dati di tabulati telefonici imponente e mai vista, acquisendo migliaia di telefonate di personalità tra le più alte dello Stato, poliziotti, magistrati e persone comuni.
Se fosse vero, sarebbe molto grave e getterebbe un'ombra di incostituzionalità e illegalità sull'opera meritoria del magistrato di lottare contro corruzione e tangentopoli calabresi: il fine non giustifica i mezzi e il sistema delle intercettazioni e la conservazione delle stesse deve essere gestito con moderazione estrema, cautela e rispetto di tutte le procedure.
Chiaravaloti, infatti, prima di entrare all'Authority per la privacy, su designazione del centrodestra, è stato presidente della Regione Calabria su designazione di Forza Italia e prima ancora uno dei massimi magistrati dello Stato in Calabria.
Forse è stato poco opportuno, a suo tempo, che il centrodestra, sempre così critico verso i magistrati che vogliono fare politica, abbia eletto un magistrato alla guida della Regione Calabra, in cui prima operava come giudice.
E ora è estremamente poco opportuno che una persona come Chiaravaloti, parte in causa in un processo di malaffare, in cui potrebbero essere stati anche violati i suoi diritti alla privacy, occupi un ruolo di così grande responsabilità nell'autorità di garanzia che potrebbe essere chiamata a verificare la legittimità e la legalità dei comportamenti del giudice De Magistris che ha acquisito tante telefonate dello stesso Chiaravaloti.
Un'esigenza di trasparenza, imparzialità, rispetto dello Stato, opportunità, imporrebbe al presidente dell'Authority Pizzetti di chiedere a Chiaravaloti di farsi da parte, dimettendosi o autosospendendosi, fino al momento in cui saranno chiarite le sue responsabilità, dall'attività del Consiglio dell'Authority.
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