La grande G, dopo essersi auto-imbavagliata per entrare nel secondo mercato mondiale, espone le sue ragioni.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 31-01-2006]
Non erano passate nemmeno ventiquattro ore dalla manifestazione davanti all'ambasciata USA, per difendere la libertà di Google, quando è filtrata la notizia che la nuova versione cinese del popolare motore di ricerca, google.cn, censurerà il materiale giudicato sgradevole dalle autorità cinesi.
Secondo Andrew McLaughlin, consigliere strategico della grande G, "google.cn sarà conforme alle leggi e ai regolamenti locali cinesi. Nel decidere come approcciare il mercato cinese (o qualunque altro), dobbiamo bilanciare il nostro impegno a soddisfare l'utente, che chiede libero accesso alle informazioni, e rispondere alle condizioni locali."
Non meno cinico Bill Gates, patron di Microsoft, che per amor di corpo difende il concorrente dalle pagine virtuali del Times Online: "La Rete contribuisce al riscatto politico cinese, perché l'accesso alle informazioni esterne, anche se filtrate, evita una censura ancora maggiore."
Sul finire della settimana, esplode il rimorso di Google: "Lanciare un dominio Google con informazioni limitate non è una scelta facile per noi," incalza Andrew McLaughlin dal blog di Google. "Sono anni che ci chiediamo se vale la pena di entrare nel mercato cinese, e per questo obiettivo, qualche compromesso si deve pur fare."
Secondo McLaughlin, utilizzare google.com in Cina è una sofferenza: il sito è inaccessibile per il 10 % del tempo, quando è accessibile è lento (a causa, forse, dell'alacre attività dei censori) e chiude il browser quando si clicca sui risultati. "Google News" non è mai accessibile, e "Google Immagini" lo è solo la metà del tempo.
Situazione insopportabile per gli utenti, ma soprattutto per la grande G, che in questo modo stava perdendo mercato in maniera consistente. "Questo problema poteva essere risolto soltanto creando una presenza locale," scrive McLaughlin. "Sappiamo che molti sono sconvolti per questa decisione, e francamente, capiamo il loro punto di vista".
"Ma siamo convinti di essere nel giusto. Evitare di offrire Google a un quinto della popolazione mondiale, sarebbe molto peggio," continua, ammettendo: "Non siamo fieri di ciò che abbiamo dovuto fare questa settimana, ma speriamo che il tempo ci dia ragione".
"Il nostro google.cn filtrato è il primo passo verso una presenza in un paese che sta crescendo rapidamente e che sarà il mercato più importante e dinamico del mondo. Siamo convinti che l'Internet contribuirà a una maggiore apertura e prosperità. Il nostro impegno continuo in Cina è l'unica maniera per portare i benefici dell'accesso alle informazioni per chiunque," conclude McLaughlin, promettendo: "In futuro faremo investimenti significativi e crescenti in Cina."
Soltanto su una cosa siamo d'accordo con Google: il tempo deciderà se è stata o no la mossa giusta.
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