L'auto per i tirchi e gli smanettoni debutta in Italia. Il prezzo però è meno invitante del previsto.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 21-10-2005]
Sicuramente bruttina, ma essenziale. Il nuovo modello della Dacia è uno strano ibrido tra semplicità spartana e moderna tecnologia, con un progetto semplice e concreto. Oltre due terzi dei componenti derivano da altre auto del gruppo Renault: il pianale è quello della Clio e della Nissan Micra, i motori sono quelli storici del marchio francese. "La Logan è stata concepita per facilitare gli interventi e ridurre i tempi di riparazione," si legge nelle faq del sito.
Un veicolo nuovo, che rompe con la tradizione di replicare nei paesi dell'est (in questo caso, in Romania) i modelli dismessi della Renault. Tuttavia, non è nemmeno una localizzazione rumena di un impianto occidentale (come nel caso della Skoda, che produce in Repubblica Ceka delle Volkswagen travestite). Confessiamolo, la speranza è quella che l'onesta vettura rumena sia il capostipite di un nuovo modello di economia.
Un'economia in cui il consumatore-hacker abbia il controllo dei propri strumenti, e il marketing non spinga alla sostituzione del prodotto, ma alla sua riparazione. In cui una sere di artigiani si occupi di riparare o di personalizzare le nostre macchine, impedendo il deflusso di denaro dalle nostre tasche alle multinazionali.
L'idea era nata qui a Zeus News, un'auto opensource che, in controtendenza con le diavolerie attuali, fosse manipolabile, hackerabile, dall'utilizzatore. Un nuovo tipo di mobilità privata, che assicurasse un qualche futuro al nostro traballante pianeta.
Tra le varie segnalazioni giunte in redazione, quella forse più interessante riguardava proprio questo progetto di world-car da 5.000 euro, portato avanti dalla Renault, curiosamente una delle case che più hanno investito nella tecnologia iper-informatizzata e "closed source", che ha prodotto, per esempio, la diabolica Megane.
Da un anno circa, questa macchina ha iniziato a essere prodotta, e a circolare, nei paesi per i quali è stata progettata, principalmente nell'est europeo. E ora siamo a ridosso del debutto nel mercato italiano, previsto per l'ultimo week end del gennaio 2006.
Purtroppo, non sarà così economica come promesso: i 5.000 Euro promessi bastano per acquistarla in Romania e nei paesi dell'est, ma per arrivare nei nostri mercati, l'auto si deve impreziosire di ABS, airbag e IVA. Così si sfiorano gli 8.000 Euro, cui potrà essere aggiunto il costo di servosterzo (350 Euro) e climatizzatore (750 Euro).
In realtà il prezzo non è fondamentale per le nostre aspirazioni, visto che sono altre le caratteristiche che ci interessano: accessibilità alle riparazioni, semplicità, robustezza. Ma il prezzo metterà a repentaglio il successo della vettura. Quanti di noi spenderanno quella cifra sapendo che, con qualche migliaio di euro in più, sarà disponibile una Punto "Bright Star" con il pomello del cambio riscaldato e il massaggiatore per polpastrelli?
"Chissenefrega se la posso riparare dal meccanico sotto casa, e se mi può durare vent'anni: se compro un'auto da povero voglio pagarla come un povero". È questo il prevedibile risultato dei primi sondaggi svolti da alcuni siti automobilistici e dalla trasmissione radiofonica "Codici a barre" su Radio Popolare.
Un tiepido successo presso il pubblico italiano, tradizionalmente fighetto e attento alle apparenze, potrebbe indurre i marketing men della Dacia ad annacquare le caratteristiche vincenti del mezzo, trasformandola in un "vorrei ma non posso" pluriaccessoriato. E addio hacker-mobile.
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