Analisi delle strategie con Paolo Valdemarin, esperto di comunicazione online.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 15-03-2004]
Telecom Italia raddoppia la velocità della sua Adsl 256 Kbps e lancia l'offerta Rosso Alice per vendere musica, video, sport online.
Quali sono i limiti di questa offerta che viene presentata, invece, come molto innovativa?
Ne abbiamo parlato con l'esperto di comunicazione online Paolo Valdemarin, molto conosciuto per il suo blog e per aver portato in Italia i software per blog RadioUserLand.
Paolo Valdemarin: Fino a non molto tempo fa definivamo "banda larga" una connessione da almeno 2 Mbs, questo perchè sono necessari 2 Mbs per poter trasmettere un segnale MPEG2 a schermo pieno, come quello della TV via satellite o di un DVD.
Oggi ci sono nuovi standard di compressione che consentono di ridurre il fabbisogno di banda, ma direi che sotto il megabit siamo comunque troppo in basso per chiamarla "larga". Chiamiamola "media".
L'attuale taglio a 640 Kbs è il frutto di una progressione: siamo passati da 56Kbs del modem, ai 128 Kbs dell'isdn ai 256 Kbs dell'Adsl prima maniera ai 640 Kbs dell'adsl attuale.
Ovviamente è anche una questione di costo d'infrastruttura, ma non solo: sembra che Telecom e gli altri operatori, che comunque in gran parte si appoggiano a Telecom, siano in grado di vedere le connessioni Adsl solo come un'evoluzione della connessione via modem e non come un canale nuovo su cui è possibile sviluppare nuove generazioni di servizi.
ZN: Quali soluzioni alternative ti senti di proporre?
Paolo Valdemarin: Dal punto di vista tecnologico l'Adsl non ha niente che non vada: basterebbe usare tutte le sue potenzialità. Far passare 2 Mbs sulle attuali Adsl non è un problema, è solo questione di offerte commerciali.
ZN: A volte il problema banda larga-servizi è posto un po', permettimi, la semplificazione tipo: "è nato prima l'uovo o la gallina?." Se non c'è un'offerta di banda larga sufficiente non c'è un'offerta di servizi innovativi a valore aggiunto ma se non ci sono i servizi non c'è bisogno della banda larga. Come se ne esce?
Paolo Valdemarin: Gli operatori devono rompere questo ciclo introducendo servizi o facilitando l'introduzione di servizi da parte di terzi. Ma non ci si può limitare a una o due funzioni (un paio di mp3 e un paio di video musicali). Solo che, almeno per quanto mi risulta, Telecom si guarda bene dal cercare piccole aziende in grado di inventare servizi veramente innovativi, offrire loro accesso alla propria rete e fare un accordo sulla condivisione degli eventuali guadagni (strategia che peraltro a Telecom costerebbe quasi zero).
Al contrario, schiere di geniali "direttori marketing" interni continuano ad inventarsi sempre le stesse cose, viste e riviste, che sappiamo già che non funzioneranno. La gente non guarderà mai film su un Pc collegato alla rete, e neanche video musicali.
Quindi ci troviamo con una rete fatta di connessioni un po' più veloci (640 Kbs NON SONO larga banda), che viene usata esclusivamente per guardare pagine Web che sono comunque state progettate per essere viste a velocità minori.
Servirà certamente a facilitare lo sviluppo di altri servizi innovativi, ma non si tratta larga banda e continueremo per un pezzo a non sfruttare le potenzialità che questa ci offrirebbe.
ZN: Tu hai un'esperienza di progetto di "Città Digitale" a Trieste. Cosa ne pensi di realtà analoghe in Italia, perché non decollano, cosa si dovrebbe fare, chi dovrebbe prendere l'iniziativa?
Paolo Valdemarin: Non decollano perché non ci sono abbastanza servizi per renderle indispensabili. Nel nostro progetto del '98 (che poi non è stato realizzato per motivi tutt'altro che tecnici) si era immaginato di poter gestire la propria vita completamente online.
Dal quotidiano e il notiziario alla mattina all'interfaccia per il tele-lavoro, dalla gestione degli appuntamenti per la famiglia alla prenotazione al ristorante, dall'interazione con gli uffici pubblici al pagamento di tasse e tributi, dalla tele-assistenza per gli anziani alla partecipazione interattiva ad eventi sportivi.
C'erano letteralmente centinaia di servizi a cui si sarebbe dovuto poter accedere, e ogni servizio poteva essere reso disponibile con diversi tipi di interfaccia utente, da quella semplicissima per i principianti a quella super-evoluta per i professionisti.
Ovviamente creare tutti questi servizi ha un costo, ma consente anche di raccogliere una quantità sufficiente di fonti di reddito per rendere alcuni di questi servizi gratuiti.
L'accesso base alla rete e in alcuni casi anche la disponibilità di un Pc per accedervi dovrebbe essere gratuito per molti. Per altri potrebbe essere scalabile: posso avere un servizio gratis con un po' di pubblicità in mezzo o posso averlo "pulito" pagando un abbonamento.
In molti casi sono stati realizzati alcuni di questi servizi, ma mai abbastanza per rendere da un lato il sistema sufficientemente interessante perché vi participino in molti, dall'altro raggiungere una massa critica che consenta al sistema stesso di mantenersi dal punto di vista finanziario.
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