[ZEUS News - www.zeusnews.it - 22-04-2021]
Meno di un anno fa, Microsoft aveva lasciato trapelare alcune indicazioni sul proprio prossimo, ambizioso progetto: il Cloud PC.
Si tratta di una fetta di futuro che ha il sapore del passato. Molto in breve possiamo ricordare come un tempo, prima della diffusione dei personal computer, lo scenario informatico in ambito lavorativo fosse costituito sostanzialmente dall'accoppiata mainframe/terminali.
I terminali - usati dai singoli utenti - non disponevano né avevano necessità di grandi risorse computazionali, perché tutto ciò che facevano era connettersi al mainframe, ed era questo a eseguire le elaborazioni.
Poi sono arrivati i PC, e ognuno ha avuto a disposizione una macchina sufficientemente potente da eseguire molte delle operazioni che erano originariamente demandate ai mainframe. In molti casi, con l'andare del tempo, l'architettura mainframe/terminali è stata quindi sostituita da quella client/server, in cui il client dipende dal server per certe operazioni (per esempio, l'autenticazione degli utenti, la condivisione di certe risorse o applicazioni multiutente) ma è indipendente per altre, potendo eseguire applicazioni in locale.
Con l'avvento del Cloud PC, il vecchio schema torna in un certo modo a essere rilevante. L'utente non ha più bisogno di un vero e proprio personal computer per lavorare: gli basta nuovamente un terminale con le risorse sufficienti a connettersi a Internet e al servizio.
Sarà Microsoft, a quel punto, a permettergli l'accesso a un PC remoto - e virtuale - con le risorse necessarie (che varieranno in base all'abbonamento sottoscritto), che potranno essere molto superiori a quelle del dispositivo usato per accedere.
Al Cloud Pc si potrà accedere anche da un normale Pc, ma l'idea di fondo è che, poiché tutta l'elaborazione avviene sui server di Microsoft, non è più necessario acquistare un vero personal computer: basta qualcosa di meno potente, come per esempio un tablet o un portatile con Windows 10 X. Questo genere di dispositivi non può eseguire applicazioni Win32, ma collegandosi al Cloud Pc sarà il sistema remoto a farlo per loro.
Vista da un'altra angolazione, questa soluzione pare in fondo l'equivalente di Microsoft 365, declinata però su un intero computer: Microsoft 365 permette di accedere da remoto a determinate applicazioni, senza doverle installare in locale; Cloud Pc permette di accedere da remoto a un interno desktop, senza averlo davvero a disposizione.
Ebbene, dopo un anno di lavori, il Cloud Pc ora si appresta a debuttare ufficialmente: secondo Mary Jo Foley, di solito ben informata sulle strategia di Microsoft, il lancio è previsto per il prossimo mese di luglio.
È già stato attivato anche un dominio accedendo al quale si potrà utilizzare il servizio: cloudpc.microsoft.com. È richiesto un account Microsoft e, ovviamente, nulla è ancora attivo; ma il dominio già esiste.
Inoltre, da alcune indiscrezioni è possibile sapere quali saranno i piani di Cloud Pc disponibili. Pare che ci saranno tre livelli - Lite, Standard e Advanced - ognuno dei quali offrirà maggiori risorse rispetto al precedente e costerà di più.
Cloud PC Lite metterà a disposizione 2 CPU virtuali, 4 Gbyte di RAM e 96 Gbyte di spazio su SSD. Cloud PC Standard offrirà una configurazione sostanzialmente identica tranne che nella RAM, che ammonterà a 8 Gbyte. Cloud PC Advanced, infine, offrirà 8 Gbyte di RAM, 3 CPU virtuali, ma solo 40 Gbyte di spazio su SSD.
Bisogna ammettere che ci sono certe comodità in questa soluzione: poter lavorare in mobilità potendo comunque accedere a tutte le risorse che sarebbero disponibili in una postazione fissa, per esempio; o la possibilità di utilizzare il proprio ambiente indipendentemente dal dispositivo.
D'altra parte, si tratta di un'ennesima soluzione su abbonamento. L'utente è sempre meno padrone degli strumenti che usa, ma li affitta dal fornitore e può utilizzarli fintanto che è in regola con i pagamenti, anziché pagare una volta e avervi accesso praticamente per sempre.
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