Punita per quello che scriveva sul social network, ha fatto causa alla scuola che l'avrebbe costretta a rivelare la password.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 15-03-2012]
Una ragazza americana di dodici anni, supportata dalla American Civil Liberties Union, ha fatto causa alla propria scuola, accusando il personale di questa di aver voluto accedere ai suoi account Facebook e email.
Stando a quanto dichiara la ACLU, tutto è iniziato quando la dodicenne (identificata nella causa con le iniziali R.S.), sentendosi presa di mira da uno degli incaricati della sorveglianza dei corridoi, si è lamentata su Facebook.
Qualche giorno dopo, R.S. è stata convocata in presidenza, dove le è stato mostrato uno screenshot di quanto aveva scritto e, per quello, è stata punita.
La faccenda è continuata quando, sempre via Facebook, la ragazzina ha chiesto con termini piuttosto espliciti chi l'avesse tradita: a ciò è seguita una sospensione.
Il terzo e ultimo incidente è avvenuto quando R.S. è stata nuovamente convocata perché aveva avuto sul social network una conversazione su temi sessuali.
In questo caso, alla presenza di un vicesceriffo, di un consigliere e di un altro impiegato della scuola su di lei sarebbero state fatte pressioni perché rivelasse la password del profilo su Facebook e della casella di posta elettronica.
«R.S. era spaventata, intimorita, umiliata e singhiozzante mentre si trovava in punizione nello stanzino della scuola» sostiene la ACLU, secondo la quale si può ravvisare una violazione del primo emendamento alla Costituzione USA.
La scuola nega qualunque accusa e sostiene che ogni raccolta di informazioni è avvenuta senza violare alcun diritto civile.
In tutto ciò, forse Facebook avrebbe qualcosa da dire, visto che la policy vieta l'iscrizione ai minori di 13 anni e contempla la cancellazione immediata del profilo di chiunque abbia meno di quell'età.
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