Secondo te, come nascono la maggior parte delle bufale che girano su Internet?
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 27-02-2012]
Oggigiorno quando si parla di bufale, siamo immediatamente portati a pensare alle decine di email che intasano quotidianamente le nostre caselle di posta elettronica. Notizie, avvertimenti e curiosità che spesso sopravvivono sui nostri computer solo per il tempo necessario a premere il tasto Canc. Informazioni la cui frenetica circolazione si fonda sulla rapidità e sulla semplicità di inoltro, scomoda eredità della comunicazione in rete.
In realtà però questo fenomeno ha radici molto più lontane nel tempo rispetto alla nascita di internet o dei computer. E le conseguenze tal volta provocate sono state dei veri e propri terremoti sociali.
Basti pensare ai Protocolli dei Savi Anziani di Sion, sulla cui supposta veridicità si è basato gran parte del teorema antisemita che ha poi portato all'Olocausto. Oppure alla Guerra dei Mondi di Orson Wells che nel 1938 gettò gli Stati Uniti nel panico. Per passare al filmato dell'autopsia di un alieno che alcun anni fa fece il giro del mondo oppure, per tornare in casa nostra, alla beffa delle teste di Modigliani che nel 1984 riuscì a ingannare i più famosi critici d'arte.
Abbiamo così in questi pochi e notissimi esempi una rappresentanza delle più comuni motivazioni alla nascita di bufala: il dolo, l'errore, il profitto e la burla.
Non tutti però naturalmente dispongono del palcoscenico adatto a garantire la semplice sopravvivenza o addirittura la popolarità della propria invenzione, così viene in aiuto la tecnologia. Con costi pressoché nulli e grazie a tecniche di social engineering è infatti possibile contare sulla cooperazione di incolpevoli internauti, che si troveranno a fare da grancassa alla bufala di turno.
Basti pensare infatti che se ognuno mandasse a dieci amici una di queste email, in appena sei passaggi sarebbero un milione le persone contattate. Il fenomeno quindi non è da sottovalutare perché se il tempo è denaro, i pochi minuti che ognuno di noi impiega ogni giorno a scremare tali messaggi dalla corrispondenza ordinaria, riportati su scala globale si trasformano in un enorme calo della produttività, per non parlare dei disservizi a volte patiti a causa dell'intasamento dei server.
Ma il danno non termina qui se si pensa che ogni volta che si inoltra una di queste email si aggiunge il proprio indirizzo all'elenco di tutti gli altri indirizzi attivi che se la sono passata. Ed è inutile sottolineare come molte persone lucrino proprio dalla raccolta di indirizzi da utilizzare, nella migliore delle ipotesi, per l'invio di pubblicità.
Le bufale, più che come innocuo scherzo, sono quindi classificabili come piaga sociale. Pensateci il prossimo primo di aprile.
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