Secondo la Fair Labor Association, gli impianti dove si sono verificati i suicidi non sono così disumani come si crede.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 16-02-2012]
La Fair Labor Association, chiamata da Apple per fare luce sulle condizioni di vita e lavoro negli impianti di produzione asiatici, non ha perso tempo e ha già messo a disposizione alcuni risultati preliminari.
La prima azienda a venire controllata è stata naturalmente la cinese Foxconn, tristemente famosa per i diversi suicidi che si sono verificati al suo interno.
Ebbene, i risultati resi noti da Auret van Heerden, presidente di FLA, sono in un certo senso sorprendenti: laddove ci si aspettava di trovare condizioni disumane e strutture incompatibili con il concetto di condizioni di lavoro dignitose è stata invece riscontrata una situazione «migliore della media».
«Sono rimasto molto sorpreso quando ho visitato gli stabilimenti Foxconn» ha dichiarato van Heerdern, che ha poi definito gli impianti dell'azienda cinese «un ambiente tranquillo rispetto a una fabbrica di abbigliamento».
Se le cose stanno così, però, resta da capire da dove derivi un malessere tanto grande da aver spinto alcuni dipendenti a pensare al suicidio.
«I problemi» - ipotizza il presidente della FLA - «non sono l'intensità, lo stress e l'ambiente da pentola a pressione che si hanno in una fabbrica di abbigliamento: forse è più una questione di monotonia, di noia, di alienazione».
Una spiegazione starebbe nello sradicamento che provano molti giovani trasferitisi dalle zone rurali a quelle industriali per lavorare nelle fabbriche di Foxconn: il brusco passaggio da uno stile di vita all'altro sarebbe per loro uno shock al quale non riuscirebbero a reagire non avendo alcuno cui fare riferimento come «supporto emotivo».
Al di là di questi risultati iniziali, le ispezioni continuano: vi sono altri impianti Foxconn da controllare; quindi sarà la volta di Pegatron, Quanta e di altri fornitori.
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