La loro luce, partita 13 miliardi di anni fa, aiuta a chiarire la storia del cosmo.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 12-10-2011]
Sono le galassie più antiche mai osservate quelle di cui tratta l'ultima scoperta effettuata tramite il Very Large Telescope dell'ESO e dal Telescopio Spaziale Hubble.
La ricerca, guidata dagli scienziati dell'Istituto Nazionale di Astrofisica, è durata tre anni ed ha permesso di catturare la luce emessa quasi 13 miliardi di anni fa da galassie che, a quel tempo, erano praticamente delle "neonate".
«Nel nostro lavoro» - ha spiegato Adriano Fontana, dell'INAF - «abbiamo vestito un po' i panni degli archeologi: con i telescopi a nostra disposizione siamo riusciti a gettare lo sguardo direttamente sul passato remoto del nostro universo e osservare la debolissima luce proveniente da galassie che si trovavano in epoche differenti dell'evoluzione cosmica».
«Sappiamo» - ha raccontato l'astronoma Laura Pentericci - «che appena 200 milioni di anni dopo, questo livello è molto più basso, con valori analoghi a quelli che osserviamo ai giorni nostri: sembra dunque che la reionizzazione sia avvenuta molto più rapidamente di quanto finora pensato».
Questa specie di "nebbia primordiale" avvolgeva le galassie 13 miliardi di anni fa e sarebbe stata dissolta da «stelle molto giovani e massicce, circa cinquemila volte più giovani e cento volte più massicce del Sole: potrebbero essere state in grado di dissolvere la nebbia primordiale e renderla trasparente» come spiega l'astronomo Eros Vanzella.
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