La Rai sanziona un conduttore di RadioDue: ha chiamato "deliquenti" i politici in diretta.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 25-08-2011]
Durante una delle puntate della sua trasmissione su RadioDue, il conduttore Max Laudadio ha commentato la telefonata di un radioascoltatore che lamentava il costo eccessivo del ristorante del Senato con queste parole: «Se 'sti delinquenti facessero il loro lavoro sarebbe tutto a posto. Il problema è che non lo fanno. Capito?".
Il presidente del Senato Renato Schifani - che in vacanza, probabilmente, ascolta la Radio - ha preso carta e penna e scritto una lettera non al conduttore ma al direttore generale della Rai, lamentando critiche offensive.
Il direttore generale della Rai ha risposto che prenderà provvedimenti contro Laudadio, perché questi è andato al di là del diritto di critica.
Ora: che il costo del ristorante del Senato sia eccessivo, intorno ai 6 milioni di euro all'anno (cifra che, secondo il presidente dell'Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, il deputato del PdL Osvaldo Napoli, equivale al risparmio ottenuto dall'eliminazione dei piccoli comuni), lo dice innanzitutto Maurizio Belpietro, direttore del quotidiano Libero molto vicino a Berlusconi.
Belpietro sostiene che si tratti di un gravissimo scandalo, di un «furto» ai danni dello Stato.
Ancora: i politici, e in particolare quelli del Senato, lavorano o no?
Sembrerebbe di no: hanno più di due mesi di ferie all'anno, alle sedute il tasso di assenteismo si assesta intorno al 50%, la settimana lavorativa mediamente si apre il martedì e si chiude il giovedì.
Dunque i senatori lavorano, per lo meno, poco; o, comunque, non quanto dovrebbero stante l'elevato stipendio che percepiscono prima e dopo il loro mandato.
E se non lavorano, o non lavorano molto, che cosa sono? Per il ministro Brunetta non ci sarebbero dubbi: i dipendenti pubblici che lavorano poco sono dei delinquenti. Ma i senatori non sono forse i primi dei pubblici dipendenti, quelli che dovrebbero dare l'esempio?
E per molto meno gli operai Fiat - quelli che non volevano rinunciare a una pausa di 10 minuti e alla mensa aziendale (che per molti più pasti costa un decimo di quella del Senato) - non sono forse stati accusati di voler far scappare la Fiat e rovinare l'Italia?
Appare insoma chiaro che il presidente del Senato ha compiuto un intervento censorio e che, essendo la sua la seconda carica del Paese ed egli il supplente del capo dello Stato in caso di necessità, tutto ciò può costituire un pericolosissimo precedente per la libertà di espressione nel nostro Paese.
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