La soluzione trovata dagli azionisti per il vertice non cambierà nulla, se non aumentare gli emolumenti dei manager.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 13-03-2011]
Cesare Geronzi, uomo forte delle Generali, alla fine non ha l'ha spuntata.
Bernabè non sarà più l'amministratore delegato di Telecom Italia ma rimane comunque al vertice dell'azienda come presidente, con deleghe importanti come le strategie, gli affari legali e i rapporti istituzionali e con le authorities, le scelte straordinarie (fusioni, dismissioni), la comunicazione.
Geronzi, spinto dal governo Berlusconi, avrebbe voluto far fuori Bernabè, ma lui stesso è a rischio: pochi giorni fa il pm ha chiesto per lui una pesante condanna per il crack Cirio che si va ad aggiungere ad altre vicende dello stesso tipo.
Lo stesso Bernabè aveva identificato il "nemico" parlando al meeting dei piccoli azionisti di Telecom: "Preferisco i piccoli azionisti ai salotti buoni", aveva detto Bernabè.
Per "salotto buono" Bernabè intende Mediobanca, dove siede anche il suo predecessore Marco Tronchetti Provera. I due, in questi ultimi tempi, non si sono lesinati accuse reciproche sul passato e sul presente dei conti Telecom Italia.
Marco Patuano, attuale capo delle operations, diventa l'amministratore delegato di Telecom Italia con deleghe operative analoghe a quelle che già deteneva; mentre per l'America Latina il direttore generale sarà (come già oggi) Luca "Waterloo" Luciani.
L'unica cosa nuova è che Bernabè non rinuncerà al suo altissimo emolumento mentre Patuano e Luciani con i "nuovi gradi" percepiranno retribuzioni e premi ancora più alti.
Con Bernabè presidente, chi rimarrà senz'altro al suo posto sarà Carlo Fornaro, il capace "public-relation man" di Telecom che ha saputo orchestrare, nei giorni scorsi, la più potente e capillare campagna a sostegno di un manager (lo stesso Bernabè) a cui si sia mai assistito sui media italiani di ogni tendenza.
Difficilmente (almeno nell'immediato) dovrebbe uscire di scena Antonio Migliardi, capo del personale Telecom, a cui Bernabè ha attribuito parte del merito dell'accordo con i sindacati sugli esuberi.
Quell'accordo ha scaricato una parte importante dei costi sulla previdenza Inps, anche se la recente modifica sui trattamenti previdenziali dei fondi autonomi dei telefonici rischia di bloccare la fuoriuscita da Telecom di migliaia di lavoratori verso la pensione.
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