Consumiamo troppo e risorse naturali non fanno in tempo a rigenerarsi. Continuando così, presto avremo bisogno di due pianeti.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 14-10-2010]
Non è positiva l'edizione 2010 del Living Planet Report, il rapporto biennale stilato dal WWF insieme alla Zoological Society di Londra e al Global Footprint Network. Per dirla in breve: consumiamo le risorse naturali più in fretta di quanto queste riescano a rigenerarsi.
Attualmente è come se utilizzassimo le risorse di un pianeta e mezzo; nel 2030, secondo le previsioni del WWF e mantenendo questi ritmi, avremo bisogno di due pianeti per soddisfare i nostri bisogni ma il problema, naturalmente, è che di pianeta ne abbiamo solo uno, a meno che il pianeta Gliese 581g non sia davvero un gemello della Terra (e posto di riuscire a raggiungerlo).
Nell'attesa di saper viaggiare alla velocità della luce per poter consumare senza criterio le risorse di tutta la galassia, il WWF propone una ricetta alternativa: controllare i consumi, riducendo l'impronta ecologica di ogni abitante.
Per ora, le cose vanno molto diversamente: negli Emirati Arabi Uniti, per esempio, l'impronta ecologica è di 9,5 ettari (il che fa di quel Paese la nazione con l'impronta ecologica più pesante), mentre in Italia siamo a 4,15 ettari (situandoci al ventinovesimo posto).
Per come vanno le cose adesso, si utilizzano le risorse presenti in una zona fino a esaurirle, e poi semplicemente ci si sposta in un'altra, seguendo lo stesso procedimento; buonsenso e difesa delle biodiversità vorrebbero che il consumo fosse fatto in maniera tale da permettere a dette risorse di rigenerarsi, senza azzerarle completamente.
Ciò vale sia per l'abbattimento delle foreste o per la pesca, ma anche la cosiddetta impronta idrica (che riguarda il consumo di acqua) è in aumento costante.
Presentando i dati qui riassunti, il direttore scientifico del WWF Italia, Gianfranco Bologna, ha spiegato che ciò "dimostra chiaramente l'insostenibilità dei modelli economici sin qui perseguiti, basati su una crescita materiale e quantitativa continua". E ha poi aggiunto: "Nella nuova economia ecosostenibile, il pensiero economico deve comprendere l'attenzione per gli esseri umani e per i sistemi naturali del pianeta, tra di loro indissolubilmente legati".
Le conseguenze pratiche sono ancora una volta evidenti: "Dobbiamo imparare a vivere nei limiti delle risorse dell'unico pianeta che abbiamo" sottolinea ancora Bologna "e per fare questo chi ha uno stile di vita consumista deve limitare consumi e sprechi".
Il WWF ha a questo scopo stilato il decalogo della Green Economy, pubblicato sul suo sito, nel quale si trovano indicazioni sulla necessità di investire nel capitale naturale, scegliere l'energia pulita e pianificare l'utilizzo del territorio.
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