L'accesso pubblico ai dati può diventare lo strumento per una vera partecipazione dei cittadini all'amministrazione pubblica.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 26-03-2010]
L'espressione Open Data è utilizzata da tempo in informatica e indica la divulgazione di dati senza alcuna censura, copyright o brevetto: insomma, senza alcuna restrizione.
In sé, quindi, questa filosofia non rappresenta una novità; ciò che invece potrebbe essere innovativo è l'uso che dell'Open Data si potrebbe fare nella pubblica amministrazione per la realizzazione dell'Open Government.
Sono già molteplici gli esempi esistenti dell'applicazione di questo concetto che, in breve, impegna l'amministrazione pubblica a realizzare una piattaforma di data storage e a concederne l'accesso in maniera libera, delegando ai privati l'onere, il dovere e la responsabilità di rappresentazione ed elaborazione.
Oppure possiamo citare Clean Scores, grazie al quale si può controllare l'andamento dei controlli igienico-sanitari in diversi locali pubblici.
Un ultimo esempio - anche se l'elenco potrebbe continuare - è RailBandit, che pubblica orari e informazioni utili, ricevibili direttamente sul cellulare, del servizio ferroviario di alcune zone degli Stati Uniti.
Tutte queste applicazioni (altre, a titolo di esempio, sono quelle dedicate a San Francisco e raccolte nel DataSF App Showcase) hanno in comune il fatto di non essere sviluppate dalla pubblica amministrazione ma da privati che utilizzano però i dati forniti dall'amministrazione stessa in modo libero.
Il fattore importante quindi è che l'amministrazione pubblica ha l'onere della raccolta dei dati e della loro diffusione, ma è sollevata dal costo del loro trattamento che viene lasciato al privato per la pubblicazione e fruizione finale.
Così facendo si instaurano meccanismi virtuosi di trasparenza e di collaborazione con il cittadino nell'impegno al miglioramento della collettività, cui tutti possiamo e dobbiamo partecipare.
Inoltre la sensazione di appartenenza ad uno stato pubblico si amplifica in quanto il cittadino vi entra come parte in causa e non solamente come beneficiario ultimo.
Per ora questo fenomeno resta prevalentemente americano in quanto voluto fortemente dall'amministrazione Obama, che nel mettere in campo queste proposte si avvale tra l'altro della consulenza di personalità del calibro di Lawrence Lessing (l'inventore delle licenze Creative Commons), ma altri esempi si possono trovare in Scandinavia e in Inghilterra.
Resta quindi la speranza che qualcuno, in Italia (se Brunetta è in ascolto), possa copiare questo meccanismo e diffondere la cultura della legalità e della trasparenza low cost per le amministrazioni.
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