L'opposizione di Polonia, Ungheria, Lettonia e Olanda ha fatto slittare a un altro Consiglio dei Ministri la decisione attesa sulla direttiva per la brevettabilità del software.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 25-01-2005]
Si deve all'opposizione dei nuovi membri, provenienti dall'area degli ex Paesi comunisti dell'Europa dell'Est, la novità positiva che la temuta approvazione, da parte del Consiglio dei Ministri dell'Unione Europea, della direttiva sulla brevettabilità del software sia stata rinviata a data da destinarsi e non si conosce quando la questione potrà essere inserita nuovamente nell'agenda dei ministri dell'Unione.
Avrebbe dovuto discuterla ed eventualmente approvarla il Consiglio della Ue previsto lunedì 24 gennaio, ma il veto della Polonia a ogni ipotesi di brevettabilità del software era già chiaro e forte dall'inizio; alla Polonia si sono aggregati Ungheria, Lettonia e Olanda, mentre l'Italia aveva espresso delle critiche alla direttiva attraverso il Ministro per l'Innovazione Lucio Stanca.
Le critiche dell'Italia nascevano rispetto all'ambiguità della direttiva: da una parte sancirebbe il principio della non brevettabilità del software in quanto tale; dall'altra non vengono definite precisamente le condizioni alle quali si potrebbe concedere un eventuale brevetto sul software. E' un rischio che un Paese come l'Italia (ricco di piccole e medie imprese di software) non si sente di correre, ma così è anche per Polonia e Lettonia.
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