Il panorama dell'informazione on line del nostro Paese vede pochi grandi gruppi dominare.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 03-12-2003]
Mentre sono stranoti a tutti i temi dell'informazione radiotelevisiva e dei problemi relativi ai monopoli, olipoli, e pluralismo nell'attuale situazione italiana, non si può dire che ci sia un sufficiente grado di consapevolezza della situazione che riguarda il pluralismo dell'informazione sul Web.
Le motivazioni di questo insufficiente dibattito sul pluralismo dell'informazione on line sono diverse: si parte dal presupposto che l'accesso al Web sia ancora un fatto minoritario nel nostro Paese, il che è stato vero ma lo è sempre meno, e che al Web accedono elites culturamente attrezzate, costituite prevalentemente da laureati e diplomati, in misura decisamente più elevata rispetto alla Tv, che queste minoranze più critiche e disincantate accedono già ad altri mezzi come libri, stampa, radio, Tv, a differenza di una consistente fascia dei telespettatori che vedono solo i programmi televisivi.
Vi è un poi un "pregiudizio" positivo a favore di Internet: il mezzo Web è di sua natura interattivo, privilegia i forum, i blog, le mailing list, i newsgroup a differenza della Tv; la possibilità di fare zapping e di passare da un sito all'altro, italiano o estero, sembra quasi infinita.
Nel momento in cui anche il Web sta diventando un mass-media anche in Italia, sempre più utilizzato da uomini e donne sui luoghi di lavoro prima ancora che nelle case non si può non aprire un dibattito sull'effettivo livello del pluralismo dell'informazione on line in Italia.
Innanzitutto, se diventa di massa e perde il suo carattere elitario si dovrà parlare, per forza, di "informazione italiana on line" perché, a differenza di altri Paesi europei, la conoscenza delle lingue straniere, soprattutto l'inglese, è appannaggio di una fascia ristretta della popolazione, anche tra gli stessi giovani che non hanno ricevuto un'adeguata istruzione superiore e universitaria in questo senso e che sono la maggioranza.
Lo "zapping" nel Web tra informazione on line straniera ed italiana, per fare confronti e paragoni, sarà, per molto tempo ancora, un "privilegio" che i più non saranno in grado di condividere.
Una differenza sempre maggiore la segnerà la possibilità di accedere alla stampa on line a pagamento: pochi si abboneranno a casa ma molti accederanno all'informazione on line a pagamento, più curata, aggiornata e approfondita, dal posto di lavoro, grazie a convenzioni, abbonamenti aziendali, ecc.; per cui i più dovranno accontentarsi dell'informazione on line gratuita che si dividerà tra quella "amatoriale", di associazioni e movimenti e quella fornita dai grandi media, quotidiani e Tv, ancora più zeppa di messaggi pubblicitari, palesi o meno, di quella che abbiamo conosciuto.
Per molti l'informazione sarà quella che "filtrerà" il loro provider Adsl o dial up: il peso ed il ruolo di portali come Virgilio-Tin.it, espressione di Telecom Italia e di Libero, espressione di Wind (dietro cui c'è l'Enel cioè lo Stato) non tenderà a deflettere ma, anzi, crescerà.
Inoltre, l'Adsl e la banda larga permettono una vera informazione multimediale, dove al testo, che era tutto nell'Internet dei primi tempi, faranno da padroni la musica, i video, le immagini e in questo senso saranno determinanti i grandi gruppi che dispongono di presenze nella musica, nel cinema e nella televisione.
La politica di questo fine 2003 dei grandi provider è quella di offrire ai propri clienti eventi musicali unici come fanno Alice, Kataweb, Tiscali o l'accesso esclusivo ad archivi fotografici come fa Telecom Italia per l'Archivio Alinari.
La possibilità di ricevere gli stessi contenuti anche sul telefono mobile, mass-media più popolare del Web in Italia, farà poi la differenza tra i siti Web indipendenti basati solo sulla "parola" e chi, disponendo di ingenti mezzi economici e finanziari, può portare l'informazione sul cellulare.
La realtà dell'informazione on line, su cui si concentrerà il 70-80% dei cybernauti italiani sarà dominata da 4-5 attori in tutto: il Gruppo Telecom Italia, presente nella telefonia mobile e nelle Tv, che dovrà trovare un partner forte nell'editoria e potrebbe essere Rcs-Corriere della Sera; Wind che dovrà trovare anche lui un partner (e fin dai tempi della gestione Tatò, si era parlato della stessa Rai); e Kataweb-L'Espresso di Carlo De Benedetti che è forte dei tantissimi click per i suoi quotidiani e periodici on line e delle sue Radio ma inesistente nelle Tlc e nella Tv; Tiscali che potrebbe avere forti sinergie a livello europeo.
La legge Gasparri una volta approvata, aprirà i giochi e la corsa alle alleanze, alle aggregazioni e fusioni, alle scalate e alle nuove iniziative imprenditoriali di questi grandi gruppi nei settori in cui sono presenti, e in quelli in cui ancora non lo sono.
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