Lo afferma il CEO di Google Eric Schmidt.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 06-06-2013]
Si può dire qualunque cosa di Eric Schmidt, presidente esecutivo di Google, ma non che non abbia delle idee precise, specialmente per quanto riguarda l'importanza della sicurezza e della riservatezza in Rete.
E se per certi versi può sembrare strano che uno dei dirigenti più importanti di una società che vive dell'utilizzo dei dati personali dia tanta importanza alla privacy, su questo Schmidt non ha dubbi.
«Se avessi oggi dei bambini piccoli parlerei con loro davvero per prima cosa della privacy e in seguito del sesso» ha dichiarato in un'intervista a un settimanale tedesco, ribadendo peraltro una posizione che aveva già espresso lo scorso aprile.
In quell'occasione aveva addirittura auspicato che, come nelle scuole si tengono lezioni di educazione sessuale, così in futuro ci siano lezioni di privacy online.
Oltre a dichiararsi convinto di ciò, Schmidt ha suggerito ai genitori di non mollare il controllo sulle attività che i figli compiono online finché questi non hanno raggiunto la maggiore età.
«I genitori dovrebbero avere le password dei loro figli finché questi non hanno 18 anni. Non si discute! I genitori devono sapere quello che fanno i loro figli» ha raccontato al settimanale, rivelando che si tratta del sistema che ha seguito egli stesso sinché la figlia non è diventata maggiorenne; «Da quel momento è affar suo» ha commentato.
Nel corso dell'intervista Eric Schmidt ha sottolineato come la sua posizione in materia di privacy sia alla fine la stessa di Google: se è vero che l'azienda adopera i dati degli utenti per fornire per esempio pubblicità mirate o servizi personalizzati, i padroni di quelle informazioni restano gli utenti che ne sono titolari.
«Io credo che a ciascuno appartengano i propri dati. E ciascuno dovrebbe essere in condizione di cancellarli: è questa la policy di Google».
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