Dopo qualche articolo scomodo sulla costruzione di una centrale a biomasse, il bollettino è stato sfrattato dal sito del Comune.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 25-10-2011]
La Breccia di Envie è un bollettino online da anni curato gratuitamente e altrettanto gratuitamente distribuito a opera di un gruppo di cittadini del paese di Envie, in provincia di Cuneo.
Il bollettino tratta della vita del paese ed era da sempre ospitato anche sul sito istituzionale del Comune di Envie.
Un giorno, i curatori del sito amatoriale hanno pubblicato un numero speciale dedicato all'ipotesi di costruire di una centrale a biomasse nel territorio dello stesso Comune. L'articolo continua qui sotto.
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Nel numero di settembre l'argomento è stato ripreso, sottolineando come l'amministrazione comunale e il sindaco fossero passati da una posizione contraria alla costruzione della centrale a una favorevole.
La risposta da parte dell'amministrazione è stata una comunicazione ufficiale del sindaco, inviata in data 12 ottobre, in base alla quale, «in seguito ad un più attento esame dell'impostazione del sito del Comune e considerata la normativa vigente», il giornale è stato cancellato dallo spazio istituzionale; anche tutti i numeri precedenti presenti sul sito del Comune sono stati rimossi.
Dal punto di vista strettamente legale, l'operazione è legittima: il sito del Comune è gestito dal sindaco che ne risponde come editore di fronte alla legge e di fronte ai cittadini che, anche in base a come gestisce il sito, potrebbero stabilire se confermargli o meno la fiducia.
Sempre dal punto di vista legale, però, non ci sono proibizioni che impongano a un sito istituzionale di non ospitare link o contenuti elaborati dai cittadini stessi, in particolare se lo fanno gratis, senza scopo di lucro e senza promuovere pubblicità.
La Costituzione stessa prevede che l'attività della pubblica amministrazione si impronti al principio di sussidiarietà; per cui riconosce, accoglie e sostiene l'iniziativa dei cittadini organizzati in libere associazioni e gruppi anche spontanei per promuovere il bene comune.
Si tratterebbe insomma di una decisione "politica", perché l'attività amministrativa risponde a criteri di discrezionalità politica: in questo caso però il sindaco sembrerebbe aver dimostrato di non sapere apprezzare il lavoro dei suoi concittadini e di temerne lo spirito critico e la libertà di espressione.
Purtroppo si sa che senza la dialettica democratica, anche aspra, la democrazia - anche quella dei siti comunali - deperisce e muore.
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