Microsoft concede ai Governi il diritto di guardare (ma non toccare) il codice sorgente del proprio software. La comunità del Software Libero in Italia è molto critica sull'iniziativa.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 18-01-2003]
Il presidente della sezione italiana della Free Software Foundation Europe, Stefano Maffulli, ha commentato: «Era nell'aria da tempo: per poter continuare a fare affari con i governi e grossi clienti Microsoft ha dovuto aprire parte dei suoi forzieri all'ispezione governativa di sicurezza. Si tratta di una dimostrazione della bontà delle idee sulla distribuzione del codice sorgente che portiamo avanti da 20 anni».
«Il software è il risultato di un atto creativo estremamente complesso: poter solo guardare (e non toccare) i codici sorgenti di un sistema operativo ha un effetto pratico molto limitato in quanto consente di fare verifiche di base, ma non permette di controllarne il funzionamento, né di modificarlo per superare problemi critici, come ad esempio quelli di sicurezza», precisa Maffulli, «Avere accesso al codice sorgente è solo un prerequisito per poter studiare, modificare, distribuire e usare i programmi senza limitazioni. I governi dovrebbero reclamare in primis questi diritti, altrimenti il software espone ogni paese alle politiche commerciali del fornitore, mettendo a rischio l'economia e la sicurezza nazionale».
La Free Software Foundation Europe apprezza peraltro il fatto che lo Stato italiano nel 2000, con la legge 340 articolo 25, abbia previsto esplicitamente la proprietà del software sviluppato per la pubblica amministrazione, con l'obiettivo dichiarato di poterlo riutilizzare presso altre pubbliche amministrazioni. Questo lascia intendere che lo Stato, avendo già iniziato a legiferare a tutela della Res Publica e degli investimenti fatti dalla Pubblica Amministrazione, sia sensibile al tema e a conoscenza dell'importanza di ottenere maggiori diritti sul software utilizzato.
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