Ricevo da un lettore (dal curioso nickname "vaticano") la segnalazione di questo articolo su un nuovo pericolosissimo virus... Ok, lo so, detto così ha molto l'aria della solita bufala. Anzi, più che di bufala, ha l'aria di un ennesimo esempio di squallido giornalismo, dove l'incompetenza si somma all'incoscienza.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 01-02-2002]
Innanzi tutto, il testo dell'articolo: con alcune varianti, circola su vari quotidiani.
Arriva "Good Luck" il virus terrorista
"Buona fortuna" è il perfido augurio lanciato dai pirati informatici
che hanno messo a punto "Good Luck", un virus che potrebbe mettere in
ginocchio migliaia di imprese. Il virus si copia nel PC restando
invisibile fino al momento della attivazione, che pur avvenire
dall'esterno, autodistruggendosi poi con tutti i files del computer.
E' l'Interpol ad aver stilato un rapporto segreto, reso pubblico dal
quotidiano "Le Figaro", nel quale si afferma che "Good Luck" è in
grado di superare tutte le protezioni finora utilizzate. In concreto,
sostengono gli esperti, il supervirus ha una capacità distruttiva
sconosciuta. Il terrorismo, la polizia informatica di tutto il mondo
è d'accordo, sta assumendo forme nuove e "Good Luck" potrebbe essere
l'arma letale di questa nuova ondata. "Il nostro scopo non è creare
il panico - dicono gli autori del rapporto - né dare suggerimenti
criminali. E' destinato ai massimi responsabili della sicurezza
informatica". Il testo è firmato da Eyal Dotan, direttore della ditta
francese di ricerca e sviluppo di Tegam International, che da anni
produce tecnologia per antivirus informatici ed che ha individuato
"ILoveYou" e i suoi pericolosissimi derivati.
Inquietante, vero? Prima di lanciarmi nella solita indagine su Internet, faccio il solito controllo della coerenza interna del messaggio.
-- secondo: guarda caso, l'opinione su Good Luck viene da un "direttore della ditta francese di ricerca e sviluppo di Tegam International". E bravo il signor Tegam: riesce a convincere l'articolista a fargli un bel pò di pubblicità. Anche questo mi induce al sospetto. Mi viene un dubbio: l'articolo sarà mica stato scritto dal mitico Luca Panerai?
-- terzo: come mai i grandi nomi dell'industria antivirale sono assenti dall'articolo e, cosa peggiore, sono all'oscuro di tutto, mentre questa oscura azienda francese è anni avanti a loro? Non è un po' strano?
-- quarto: il messaggio ha tutti gli ingredienti di una bufala: gli oscuri pericoli di innominati terroristi, la totale mancanza di informazioni concrete, un rapporto segreto che guarda un po' finisce in mano ai giornali, il rassicurante "nooo.... non vogliamo seminare il panico" che in realtà contraddice tutto quello che si è detto prima.
Seconda fase: ricerca online: guarda caso, _nessuno_ dei siti dedicati alla sicurezza (e neppure il sito della Tegam medesima, www.tegam.fr) menziona questo fantomatico "Good luck". Mi pare decisamente strano.
Ed è a questo punto che trovo la soluzione. Immettendo in Google le parole "Eyal Dotan" e "Good Luck" trovo questa pagina.
Se sapete il francese potete gustarvi l'articolo in originale, ma il sunto è questo: Good Luck non esiste ed è una trovata pubblicitaria di monsieur Dotan. Naturalmente i giornali francesi ci sono cascati (a dimostrazione che il gene del Panerai è internazionale) e altrettanto, per non essere da meno, ci cascano i giornali italiani.
Clap, clap, clap, ma che bravi questi giornalisti. Bravi e soprattutto diligenti nel controllare le proprie fonti prima di berciare.
Praticamente è andata così. Il signor Dotan ha stilato un rapporto ipotetico su come dovrebbe essere un virus per essere particolarmente dannoso. Nel rapporto dice alcune cose di certo non nuove: che un virus del genere dovrebbe essere polimorfico (modificarsi spontaneamente, in modo da non essere identificabile dagli antivirus), mascherarsi come "cavallo di Troia" (o 'trojan horsè, ossia avere l'aspetto di un programma o file innocuo) ed essere comandabile a distanza dal proprio creatore. A questa ipotetica creatura virale ha dato il nome "Good Luck", giusto per comodità.
Ma il buon giornalista non si ferma certo di fronte a un banale "ipotetico". E così la creatura da ipotetica diventa reale e semina il panico. L'irresponsabile di turno, se volete saperlo, si chiama Christophe Doré, del Figaro. Lui è il primo che ha creato il falso scoop: taccio, per compassione, i nomi degli altri giornalisti italiani che hanno ricopiato il suo articolo.
Giusto per confermare che le cose stanno così, Webdo.ch cita le parole del padre di Dotan: "Good Luck n´existe pas, c´est une information préventive, c´est une sorte de scénario catastrophe". Ossia "Good Luck non esiste, è informazione preventiva, una sorta di scenario-catastrofe". Una di quelle ipotesi, insomma, che si preparano abitualmente in ogni settore per prevenire i disastri.
E già che c'è, fa un altro pò di pubblicità: "les spécialistes, qui travaillent presque tous pour des éditeurs d´anti-virus, n´en parlent pas c´est parce qu´ils ne peuvent pas les arrêter avec leurs produits. Contre ce genre de programme, je n´ai pas d´autres remèdes que de conseiller d´acheter mon produit".
In altre parole, secondo Dotan padre, "gli specialisti, che lavorano quasi tutti per le società che producono antivirus, non ne parlano [di Good Luck], perché non sono in grado di fermarlo con i loro prodotti" Pronti per il colpo da maestro finale? Eccola: "Contro questo genere di programmi non ho altre soluzioni se non consigliare di acquistare il mio prodotto". Che è, naturalmente, un antivirus. Ma che bravo il signor Dotan, magari non scrive il miglior antivirus del mondo, ma sa come turlupinare i giornalisti e farsi autopromozione.
E il rapporto Interpol? Svanito come neve al sole. Infatti Dotan padre chiarisce che non è stato né redatto né commissionato dall'Interpol, ma "è stato stilato dalla nostra azienda e inviato alle autorità nazionali e internazionali a scopo preventivo". E, come dice webdo.ch, magari un tantinello pubblicitario?
Indagine chiusa. Con disgusto, ma chiusa.
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