Nuove licenze Microsoft, software come servizio o upgrade obbligatorio? - Seconda Parte

Cosa ci guadagna Microsoft?



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 02-10-2001]

Leggi la prima parte

Vediamo invece quali sono i vantaggi per Microsoft: il primo, ovvio ed evidente, è la possibilità di spillare più quattrini ai propri clienti. In due parole, maggiori introiti. Un altro vantaggio immediato è la stabilizzazione dei flussi di cassa: maggiore è il numero di adesioni all'Enterprise Agreement, maggiore sarà anche la prevedibilità degli incassi nel tempo, dal momento che ne aumenta la componente nota e periodica.

Ma c'è dell'altro. Attualmente, le licenze non hanno scadenza. Ciò significa che, una volta acquistato il prodotto, si può continuare ad utilizzarlo per sempre, senza che nulla sia più dovuto a Microsoft, salvo il caso di upgrade. Il nuovo Agreement non interviene su questo punto, tuttavia è stato osservato che potrebbe preparare il terreno proprio all'abolizione della licenza permanente: quando gli utilizzatori saranno "abituati" ad aggiornare il proprio software non appena una nuova versione sia disponibile, e a pagare una sorta di "canone" periodico e forfettario per farlo, l'idea di non poter più utilizzare indefinitamente a lungo una certa versione potrebbe risultare meno iniqua ed impopolare di quanto apparirebbe ora. Anche se, da quel momento in avanti, allo scadere della licenza si dovrebbe nuovamente pagare pur senza effettuare l'upgrade, cioè solo per potere continuare ad utilizzare la versione già posseduta (e pagata).

Del resto, la recente introduzione di meccanismi di registrazione ed attivazione delle licenze via Internet (Windows XP) sembrerebbe indicare che qualcosa vada effettivamente in quella direzione.

In tale prospettiva, non stupisce che il primo passo sia stato mosso nel mercato delle grandi imprese: in tale ambito i contratti quadro sono già una consuetudine e il management è spesso poco coinvolto nell'attribuire il corretto valore alle decisioni di spesa o, quantomeno, decide in base a considerazioni non necessariamente tecniche; inoltre, fatto non meno importante, una impresa è più controllabile di un privato.

Ed infatti, almeno per il momento, le novità descritte non riguardano le licenze di tipo end-user (il famoso EULA, End User License Agreement, che si è costretti a leggere ed approvare quando si installano prodotti Microsoft).

Si tratta comunque di posizioni assolutamente antitetiche alla filosofia open source, campo nel quale da tempo il business nasce come servizio offerto intorno a software gratuito: con l'Enterprise Agreement di Microsoft, però, il software si paga, e il servizio sembra essere, in soldoni, la possibilità di effettuare l'upgrade gratuitamente. Tuttavia sembra pure che il servizio costi più di quanto costava, fino a ieri, l'upgrade a pagamento...

Ma Bill Gates non ha alcuna intenzione di sposare l'open source. Benché il nuovo Enterprise Agreement preveda, per i maggiori clienti, la possibilità di accedere ai sorgenti dei prodotti di Microsoft, i suoi vertici si sono affrettati a chiarire che essi saranno concessi esclusivamente in consultazione e con obbligo di segretezza. Di condivisione e sviluppo cooperativo non si parla affatto.

E' chiaro, adesso, l'obiettivo delle filippiche pronunciate a più riprese dai vertici Microsoft contro la "libertaria" licenza GPL: demonizzare le alternative, nello sforzo di dare dignità universale a ciò che, alla fine, è concepito esclusivamente nel proprio interesse.

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