Le proposte di Encore, Via e AMD contro il digital divide. Nuovi mercati richiedono computer meno costosi.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 15-05-2005]
Zeus News ha già parlato del progetto del MIT Media Lab per un portatile da 80 euro per alfabetizzare il terzo mondo. Si tratta di un'iniziativa di carattere sociale, senza scopi commerciali, ma sembra poter coprire un grosso buco di mercato.
La pensa così pure l'azienda indiana Encore Software, quella del fallimentare Simputer, che offrirà presto una sorta di portatile a basso costo basato su Linux. E, a differenza del MIT, gli intenti sono eminentemente commerciali.
La nuova macchina, chiamata Mobilis, avrà un processore Intel XScale a 200/400MHz, e 128 MB di RAM. Peserà 750 grammi e avrà una batteria della durata di sei ore. Mancherà l'hard disk, che sarà sostituito da capaci card di memoria esterne. Leggermente più grande dei moderni palmari e degli smartphones, avrà uno schermo da 7,4 pollici, con touch screen, ma con l'aggiunta di tastiera e mouse esterni potrà diventare un piccolo e funzionale desktop PC.
Il modello base sarà venduto a 10.000 rupie (180 euro), mentre la versione con lo schermo TFT e la tastiera integrata dovrebbe stare sulle 15.000 rupie (215 euro). La versione desktop, nome commerciale Sofcom, con monitor esterno, costerà 10.000 rupie. I prezzi sono indicativi, e dipenderanno dal volume di produzione raggiunto.
Anche se devono essere rapportati con il tenore di vita in India, sono prezzi davvero interessanti, soprattutto se si pensa che sono al lordo da oneri commerciali. Questo significa che, nonostante il fiasco dell'operazione Simputer, la Encore crede fermamente nel PC per i meno abbienti.
Certo, non ha fatto tutto da sola: il Mobilis potrà vedere la luce anche grazie alla garanzia finanziaria di 30 milioni di rupie (mezzo milione di euro) dallo stato indiano. Si prevede l'integrazione di Mobilis nel cruscotto di un'automobile elettrica e nell'ambito di applicazioni di "home automation". Numerosi istituti universitari, in India e in Sudafrica, intendono utilizzare Mobilis come un lettore di e-book.
I computer morigerati destano l'attenzione di molte società IT, che considerano molto importanti i mercati di fascia medio bassa, come la stessa India, ma anche la Russia, il Brasile e la Cina. AMD, per esempio, si è associata col Gruppo Tata per lanciare sul mercato indiano il suo Personal Internet Communicator. Da Taiwan Via Technologies risponde col suo progetto per un PC da 200 euro, lanciato martedì scorso.
Il rischio è che tutti questi progetti sfruttino le eccedenze di produzione per abbassare i costi. Provo a spiegarmi senza scomodare gli economisti e le loro teorie sul margine di contribuzione: i PC a 200 euro sono possibili finchè c'è uno zoccolo duro di utenti fighetti che compra macchine analoghe (cioè costruite con gli stessi componenti) a mille e fischia euro.
Con queste vendite, l'azienda produttrice paga le spese di produzione, compreso il progetto. Da lì in poi, ogni macchina venduta a 200 euro è quasi tutto guadagno. Ma se i giovanotti occidentali, quelli dei mille euro, un giorno dicessero: "Toh, voglio anch'io un notebook da duecento", cosa succederebbe? Il sistema produttivo andrebbe a rotoli.
Osserviamo con interesse tutte queste iniziative (soprattutto quella di Negroponte) ma riponiamo le bandiere e aspettiamo a festeggiare: il problema del digital divide è ancora lungi dall'essere risolto.
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