Facendo seguito a quanto già realizzato da alcune Regioni, il FSE potrebbe divenire a breve un utile strumento di tutela della salute dei cittadini.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 09-04-2009]
Un documento elettronico facilmente consultabile online da tutti gli interessati, titolari dei dati in testa ma anche da medici ospedalieri e di base, farmacisti, ASL e via discorrendo; ecco la nuova frontiera da raggiungere al fine gestire più agevolmente la sanità pubblica.
Infatti tutti i dati sanitari di ogni cittadino (farmaci, esami clinici, patologie riscontrate, operazioni chirurgiche, controlli ricorrenti ecc.) potrebbero essere presto compresi in un apposito data base e messi a disposizione per ogni legittima occorrenza.
Ovviamente, trattandosi di informazioni personali e delicatissime, il Garante della Privacy ha disposto che, ancor prima che la raccolta degli elementi abbia materialmente luogo, ognuno sia messo al corrente degli scopi e finalità del data base in modo esaustivo e - soprattutto - esprima un preventivo consenso libero ed informato in merito alla conservazione ed al trattamento.
Le linee guida specificano inoltre i motivi e le modalità di consultazione, la possibilità di oscurare a richiesta del paziente alcuni perticolari informazioni cliniche e rendere in via preventiva in modo chiaro e dettagliato la possibilità per il titolare di individuare quali categorie potranno avere accesso ai propri dati e quali invece ne resteranno escluse, con la possibilità anche successivamente di operare scelte diverse.
Cosa più importante di tutte, il criterio di scelta adottato dall'interessato non influirà minimamente sul costo e la qualità dell'assistenza sanitaria in precedenza goduta.
A nessuno sfugge il fatto che, pur non potendo per sua natura sottrarsi alla logica della "scheratura preventiva", sulla carta il nuovo data base si presenta utilissimo, specie in caso di urgenza e/o di attività sanitaria da svolgersi al di fuori dell'àmbito regionale.
Purché la massa dei dati, come pure il singolo dato, siano veramente al sicuro; e questo, allo stato attuale dell'informatizzazione e soprattutto della cultura informatica del nostro Paese, pare che nessuno possa garantirlo al cento per cento.
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