Una lavoratrice del call center 1254 scrive all'ex portavoce di Papa Wojtyla, oggi presidente della Fondazione Telecom Italia.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 25-02-2009]
Riceviamo e pubblichiamo una lettera giunta in redazione.
Caro Signor Joaquin Navarro-Valls,Lei non mi conosce, non sono un Vip ma solo un lavoratrice e una mamma. "Un lavoratore vale più di tutto l'oro del mondo" amava dire Papa Wojtyla, io non so se sia un dogma di fede, ma mi piaceva così tanto questa espressione che la ricordo sempre ai miei bambini.
Io la conosco abbastanza bene: lei era diventato per me quasi uno di famiglia, come il Papa di cui lei è stato il portavoce: una cosa così importante, così bella. Pensavo a lei che ha lasciato la sua Spagna (è un bell'uomo, mi permetta) per stare sempre con il Papa, viaggiare con lui, sempre, instancabilmente, per tutto il mondo. Deve essere stata dura, ma deve essere stato anche bellissimo: un po' l'ho invidiata.
Ho letto che recentemente lei è diventato presidente della Fondazione Telecom Italia: è un organismo (credo di aver capito) con cui la Telecom vuole fare del bene, esprimere la sua "responsabilità sociale". Quindi lei è diventato un po' anche un mio collega, perchè io sono una telefonista del 1254 di Telecom.Le scrivo per portarla a conoscenza della mia situazione, se non la dovesse conoscere: Telecom Italia ha comunicato al sindacato che ben 350 colleghi del mio servizio (il 1254) sono in esubero e dovranno andare in cassa integrazione.
Lei comprenderà lo stato d'animo mio e delle mie colleghe: dopo vent'anni e più di lavoro, tanti sacrifici per far quadrare famiglia e lavoro, arriva ora questa tegola in testa, in un momento in cui è impossibile trovare un altro lavoro, con la vita che costa ogni giorno di più.
Lo so che la situazione è difficile per tutti e che c'è chi sta più male di me, ma in questi anni ho visto che Telecom ha sempre dato dividendi generosi ai suoi azionisti. E' passata di mano tante volte, ha pagato stipendi altissimi a chi l'ha diretta, ha finanziato tante e tante cose, non tutte proprio utili.
Non credo di avere colpe se le cose per il mio servizio non vanno troppo bene e sono disposta a cambiare lavoro e a lavorare di più e meglio, se serve. Ma non credo di meritare la cassa integrazione.
Una volta ho letto nella prima enciclica di Giovanni Paolo II, detta "Il lavoratore", la seguente frase: "Il lavoro vale più del capitale, l'uomo vale più del lavoro."
Tra qualche settimana ricorrerà l'anniversario della scomparsa del grande Papa venuto dall'Est: sembra ieri e ci manca così tanto. Siamo certi che lui, magari indossando una delle nostre cuffie, ci avrebbe difeso.
Oggi lui non c'è, ma c'è lei, signor Navarro-Valls: ci piace pensare che anche questa volta lei parlerà per noi, per il nostro lavoro, per le nostre famiglie.
Sua F.L., lavoratrice del 1254 di Telecom Italia
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