I "rivelatori di bugie" basati sull'analisi della voce sono strumenti decisamente fantascientifici. Forse troppo, tanto che c'è chi chiama "ciarlatani" coloro che li vendono.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 01-03-2009]
Un lie detector è per definizione un apparecchio in grado di stabilire se una persona sia dicendo un bugia. Non viene generalmente chiamato macchina della verità perché quest'ultima è una locuzione che di solito usa per il poligrafo, mentre un lie detector di basa sull'analisi della voce.
Nemesysco è un'azienda israeliana il cui business è proprio la realizzazione e la messa in commercio di apparecchi in grado di capire se una persona stia dicendo la verità misurando il livello di stress presente nella voce.
Si tratta di un'applicazione interessante che, secondo quanto riportato sul sito di Nemesysco, è stata per esempio utile alla polizia di Birmingham in quasi 160 indagini.
Questi scettici sono Anders Eriksson e Francisco Lacerda, che hanno compiuto uno studio sull'affidabilità dei "rivelatori di bugie", trovandoli insaffidabili.
L'idea di una macchina che automaticamente e infallibilmente stabilisce se chi sta parlando dice la verità o mente merita già di per sé qualche cautela, ma i problemi diventano ancora più seri se le forze dell'ordine vi si affidano con troppa leggerezza.
"Ora come ora non è noto alcun sistema in grado di rivelare in modo affidabile se una persona stia mentendo, e nemmeno si sa se sia possibile sviluppare un simile metodo in futuro" è la condanna senza appello espressa nel rapporto da Eriksson e Lacerda. La polizia - e quella di Birmingham in primis - farebbe dunque bene a riconsiderarne l'uso.
La condanna non piace per nulla a Nemesysco, la quale ha imposto all'editore dello studio, la britannica Equinox, di ritirarlo (ordine prontamente eseguito) e ha minacciato di denunciare gli autori per diffamazione qualora osino continuare a scrivere sullo stesso argomento.
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