SBN è il maggior progetto di cooperazione tra biblioteche gestito con mezzi informatici esistenti in Italia. SBN fu ideato e progettato nella prima metà degli anni '80, mentre l'attività effettiva iniziò nel 1986.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 02-08-2001]
Scopo di SBN è di permettere la cooperazione tra biblioteche attraverso la condivisione dei dati, ed in particolare di quelli catalografici, affinché ogni dato sia immesso una sola volta e poi non più duplicato, ma riutilizzato da chi ne ha bisogno. SBN prevede la partecipazione di biblioteche di ogni tipo, dalle nazionali alle civiche a quelle delle università a quelle di enti privati, ed è un sistema ugualitario perché ogni biblioteca usufruisce degli stessi servizi.
Premessa di SBN fu un lavoro di analisi della notizia bibliografica, che è alla base di tutte le diverse implementazioni software. Questa analisi mise in luce in modo esplicito le diverse entità a cui fanno riferimento, talvolta in modo meno esplicito, le norme catalografiche, e le loro correlazioni. Si tratta di un'analisi assai lucida e accurata che di per sé costituisce un eccellente risultato, e non fa riferimento a particolari software , anche se si presta particolarmente bene alle implementazioni basate su RDBMS, essendo in buona misura basata sul modello entità/associazioni, pur senza dichiararlo espressamente.
Quando si progettò l'infrastruttura informatica di SBN si fecero diverse scelte, non tutte ovvie e alcune, anzi, opinabili, che vanno individuate in dettaglio perché determinano tuttora l'architettura del sistema, e che sono principalmente le seguenti:
- I server di database sono mainframe; all'epoca dell'avvio di SBN era l'unica scelta possibile, anche se comportava costi molto alti, perché gli altri computer non avevano prestazioni sufficienti, ma vedremo che nel corso dell'evoluzione di SBN questo sta cambiando.
- Il sistema è distribuito e non centralizzato; gli utenti non lavorano su un unico database nazionale, ma su una serie di poli, ossia di database locali che normalmente servono un gruppo di biblioteche, anche se esistono poli monobiblioteca; per ogni polo vi sono quindi molti posti di lavoro che sono sempre terminali o PC in emulazione di terminale; i poli sono collegati su scala nazionale tramite l'indice, che è un database centrale sul quale i dati dei poli sono automaticamente replicati (tranne alcuni di interesse esclusivamente locale); pertanto ogni polo conosce i dati degli altri poli non direttamente, ma tramite l'indice; sarebbe stato tecnicamente possibile impiantare invece un unico database nazionale, che avrebbe semplificato di molto la realizzazione e la gestione del sistema; all'autore di questo testo non è del tutto chiaro perché sia stata scelta la soluzione decentrata, ma probabilmente la scelta fu il risultato di diversi fattori, come: non disponibilità delle risorse necessarie a livello centrale; politica volta a privilegiare la gestione decentrata, ed in particolare a valorizzare il ruolo delle regioni; timore di prestazioni insufficienti, se tutto il carico fosse stato concentrato su di un unico sistema; timori per l'affidabilità, poiché un guasto del sistema centrale avrebbe reso impossibile il lavoro in tutta Italia, mentre ora sul polo è possibile fare almeno alcune operazioni, tra cui il prestito.
- Vengono utilizzati diversi software (tutti basati sulla stessa analisi) e non uno unico; questa scelta, in sé altamente opinabile, discende in realtà dalla precedente; a causa degli alti costi, non si poteva obbligare tutti i poli a dotarsi di un apposito mainframe per SBN, per cui bisognava permettere di utilizzare le macchina già disponibili in molti centri di calcolo; i mainframe però non sono normalmente compatibili tra loro, per cui diventava necessario realizzare programmi funzionanti in vari ambienti; di fatto, si trattò dei quattro software SBN della prima generazione, funzionanti in ambiente Bull, Unisys, IBM con il DBMS Adabas e IBM con il DBMS SQL/DS.
- I software sono realizzati appositamente; con le premesse appena enunciate era difficile fare diversamente: si sarebbero dovuti trovare software già esistenti funzionanti in diversi ambienti ma tutti esattamente conformi alle stesse specifiche; inoltre, vista la portata strategica del progetto, probabilmente i promotori avevano il desiderio di gestire direttamente lo sviluppo dei prodotti invece di essere condizionati da strategie commerciali magari decise con riguardo al mercato americano; naturalmente tutto ha un prezzo, per cui l'uso di software diversi progettati ex novo comportò costi elevati e tempi di sviluppo molto lunghi.
In aggiunta, i software SBN della prima generazione condividevano una caratteristica che probabilmente non fu espressamente voluta come tale: erano molto più orientati al bibliotecario che all'utente, perché ad evolute funzionalità di controllo dei dati si contrapponeva la mancanza di una interfaccia di ricerca flessibile e facilmente utilizzabile.
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