La realtà dello spionaggio e delle intercettazioni nella Germania dell'Est, prima della caduta del Muro di Berlino.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 18-04-2007]
Da qualche tempo nelle sale cinematografiche italiane è in programmazione il film tedesco, che ha vinto l'Oscar come miglior film in lingua straniera, Le vite degli altri, di Florian Henckel von Donnersmarck.
Illustra la realtà di un sistema spionistico immenso quanto efficace: quello della Stasi, la polizia segreta politica della Ddr, la Germania dell'Est, perfettamente operativo fino al giorno inatteso della caduta del Muro di Berlino nel 1989. Centomila agenti, duecentomila informatori, reclutati in tutti gli strati della popolazione tedesca orientale e anche in quella tedesca occidentale.
Il film fa giustizia di molte interpretazioni revisioniste e nostalgiche del regime comunista della Ddr, alimentate anche dall'insoddisfazione diffusa nelle popolazioni della ex Germania orientale a causa da un tenore di vita ancora basso.
Ricatti, violazione sistematica della privacy, utilizzo di strutture pubbliche a fini privati della classe al potere: potrebbe essere il copione di una vallettopoli italiana, di una nostra storia in cui spie, politici e attricette si intrecciano schifosamente.
Rispetto a noi c'è ancora di più il senso di un potere che "vuole sapere tutto", di un regime in cui non esistono zone d'ombra per nessuno, in cui il potere è esercitato con il massimo dell'arbitrarietà e tutti sentono che la propria vita, senza motivo, può da un momento all'altro cambiare o sparire nel nulla.
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