Ma dell'azienda che fu leader nella raccolta e sfruttamento dei dati personali rimane oggi ben poco.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 30-03-2007]
Secondo il Wall Street Journal, Microsoft sarebbe assai avanti nella trattativa per l'acquisizione di Doubleclick, multinazionale specializzata nella raccolta di pubblicità su Internet; la richiesta -si parla di 2 miliardi di dollari- sembra tuttavia esagerata rispetto al giro d'affari dell'azienda, che ha chiuso l'anno 2006 con un giro d'affari di "solo" 150 milioni di dollari.
Con evidenza zio Bill e soci si rendono conto che, per quanto riguarda la pubblicità online, i rivali Google e Yahoo in confronto sono dei marziani: l'acquisto al di là della cifra spesa si rivelerebbe strategicamente importante dal punto di vista commerciale piuttosto che tecnologico, perché l'azienda sarebbe particolarmente ben introdotta sui mercati europei e asiatici.
Qualcuno si potrebbe chiedere come mai la scelta sia ricaduta su Doubleclick anziché su qualcun altro. La scheda anagrafica è breve. La ditta offre agli inserzionisti report di accesso ai siti web e alle pagine pubblicitarie; nata nel 1996 ha avuto un grandissimo sviluppo fino al 2000, quando dovette subire le conseguenze dello scoppio della "bolla" di internet.
Il certificato di buona condotta è pure conciso, ma assai rivelatore. La divisione Abacus era stata formata nel '99 a seguito dell'acquisto della "Abacus Direct Corporation" azienda specializzata nell'acquisire, analizzare e rivendere i dati personali dei consumatori raccolti principalmente dai database delle transazioni commerciali presso le aziende.
Parliamo, tanto per capirci, non solo di macrodati ma anche e soprattutto di dati "personali" e talvolta anche "sensibili" o che diventano tali con un semplice incrocio dei dati; si stima che al momento dell'acquisto Abacus detenesse dati relativi a circa il 90% delle famiglie americane.
Anche per mezzo delle sue associate IAF.net e NetDeals.com, Doubleclick pubblicizzava la propria capacità di associare i "contenuti identificabili" con i contenuti "non identificabili" nei profili che raccoglieva, grazie ai cookie piazzati nei computer dei navigatori del web.
In seguito a ciò, Doubleclick è stata inquisita dalla magistratura Usa e, per fronteggiare le preoccupazioni dell'utenza internet, i responsabili dell'azienda rispondevano di aver adottato i principi di autoregolamentazione della Network Advertising Initiative approvati dalla Commissione Federale per il Commercio: secondo tali principi, i dati sensibili, compresi i codici assicurativi, non debbono essere adoperati per l'individuazione delle preferenze telematiche "a fini commerciali". Inoltre senza il consenso dei consumatori interessati resta esclusa la fusione dei dati contenenti informazioni personali identificabili.
Riassumendo: Doubleclick ha già venduto la divisione di rilevamento e aggregazione dati Abacus e anche quella di email marketing, vale a dire quella di sfruttamento dei dati raccolti; inoltre stando al codice di autoregolamentazione nessuno potrebbe usare a fini commerciali i dati personali e sensibili di cui è in possesso.
Allora Microsoft spenderebbe due miliardi di dollari per acquistare una "scorza" vuota, un cannolo senza il ripieno? La risposta sta proprio davanti ai nostri occhi; anzi, proprio nel computer. Dolcetto o scherzetto? Ognuno si gratti i cookie suoi.
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