Al via un mega progetto norvegese, che archivierà tre milioni di campioni di sementi congelate. Ma il pianeta ne ha davvero bisogno?
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 17-02-2007]
La terra va a rotoli, l'ambiente rantola, la monocoltura estingue le specie vegetali senza lasciare traccia? Niente paura: un gruppo di scienziati buoni archivia le sementi, e le tirerà fuori probabilmente il giorno del giudizio universale.
Sembra la trama del prossimo episodio di James Bond, ma l'iniziativa è vera. Il progetto è stato ideato negli anni ottanta, in piena guerra fredda, ma può tornare buono anche per affrontare i disastri climatici dovuti all'effetto serra.
Scavato nel profondo di una montagna gelata su un'isola Artica in un arcipelago chiamato Svalbard, il freezer della biodiversità mondiale può diventare una realtà.
Guerre o disastri climatici non la toccheranno: le Svalbard saranno sempre uno dei luoghi più freddi del pianeta. Il sistema è a prova di blackout elettrico e manterrà le sementi congelate in qualunque condizione.
Esistono altre 1.400 "banche genetiche" in giro per il mondo, secondo le Nazioni Unite, ma finora nessun progetto aveva raggiunto le dimensioni ciclopiche di questo progetto.
Non si tratta di un progetto commerciale, sebbene la Norvegia, nel cui territorio si trovano le Svalbard, sarà proprietaria dell'immobile. In pratica, le nazioni che depositeranno i semi, ne saranno i titolari.
Non è previsto personale permanente, ci sarà solo un controllo annuale. Temperatura e umidità saranno gestite da remoto. L'equipe scientifica si occuperà anche di far germinare i semi periodicamente, per rinnovare le scorte congelate.
Le menti semplici si chiedono: a chi giovano questi mega-progetti? È presto detto: il freezer dell'umanità costa 5 milioni di dollari, e necessiterà di non meno di 100.000 dollari l'anno per la manutenzione. Ovviamente, sarà a carico del contribuente, si immagina norvegese.
Tutto questo mentre esistono già numerose organizzazioni che tutelano la biodiversità con un approccio hacker, dal basso e a una frazione del costo del mega-freezer: i seed saver.
In maniera meno affascinante di James Bond, ma più efficace, il contadino-hacker accede ai siti dei seed-saver, acquista e scambia semi rari, e li coltiva nel proprio orto.
Non si tratta di una biodiversità da museo o da congelatore, ma di una convivenza attiva con queste specie, fatta di adattamenti, incroci, e anche di sostanziose mangiate.
Dalla bomba atomica, se ci sarà, le sementi saranno protette grazie alla loro dislocazione nel territorio, già adattate al territorio circostante. Senza che 007 debba farsi una scarpinata in mezzo ai ghiacci per recuperare i semini.
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