Il presidente del Consiglio e il Garante della privacy polemizzano sullo scandalo delle intercettazioni.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 26-09-2006]
Romano Prodi in questo ultimo periodo infila una gaffe dietro l'altra e riesce a farsi nemici e a isolarsi in un momento in cui avrebbe più bisogno di solidarietà per sfuggire alle trappole di una maggioranza parlamentare ridottissima nei numeri e molto eterogenea e litigiosa come è quella su cui deve contare.
Già c'era stata la battuta sul "sarebbe da matti" rispetto alla necessità di rispondere in Parlamento sul caso Telecom Italia e sul famoso "piano Rovati" di riassetto delle Tlc, che Prodi ha dichiarato di non aver mai letto né conosciuto, che ha portato alle dimissioni di uno dei suoi più stretti collaboratori alla battuta sulla sicurezza del Papa; ora Prodi attacca anche il Garante della privacy Franco Pizzetti.
Alla festa del partito di Antonio Di Pietro, a proposito delle scabrose rivelazioni su quante e quali persone venivano illegalmente intercettate e spiate da Tavaroli, Prodi ha detto: "Mi chiedo dove fosse l'Authority della privacy e perché non sia intervenuta finora".
Franco Pizzetti, uno dei maggiori costituzionalisti italiani, nominato Garante della privacy prima delle elezioni, non è per Prodi uno qualunque dei grandi burocrati statali. Pizzetti, professore universitario di area cattolico-progressista come Prodi, era stato negli anni '80 (di nuovo come Prodi) uno di quegli intellettuali cattolici che avevano cercato di rigenerare la Dc dal punto di vista culturale e si erano accostati da "tecnici" alla politica; Prodi era diventato a 39 anni ministro dell'Industria e poi presidente dell'Iri e Pizzetti vicesindaco di Torino e collaboratore stretto del giovane presidente del consiglio Goria.
Quando Prodi divenne il candidato premier dell'Ulivo scelse proprio Pizzetti fra i suoi consiglieri, portandolo dopo la vittoria del '96 a palazzo Chigi come consigliere personale per gli affari istituzionali (come Rovati lo è stato per l'economia); Pizzetti lasciò anche il proprio gruppo politico di provenienza, i Popolari, per essere più vicino ancora a Prodi.
Nella scorsa legislatura Pizzetti fu candidato dal centrosinistra a giudice costituzionale, ma non fu eletto a causa di una mancanza di accordo tra i due poli che portò a un blocco lunghissimo il rinnovo dei giudici della Corte Costituzionale.
Eppure Prodi critica anche Pizzetti, che ha buon gioco a ricordare come il budget e l'organico dell'Authority per la privacy sia estremamente ridotto e inadeguato a svolgere efficacemente il proprio ruolo. Vedremo se nella legge finanziaria di prossima approvazione Prodi troverà più soldi e uomini per Pizzetti o se invece anche l'Authority per la privacy sarà soggetta alla scure dei tagli.
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