Clicca la Tv

Come il web sta cambiando la televisione. Gli italiani fuggono dalla Tv tradizionale, ma si appassionano sempre di più a quella sul telefonino e via Internet, e all'interazione con i programmi. Dal fenomeno delle Telestreet al linguaggio TvML.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 08-04-2006]

Foto di Erik Dungan

La Tv è tutto in Italia, è forse la vera religione degli italiani, quella che ha preso il posto di quella tradizionale; senza la Tv è difficile pensare la stessa religione tradizionale dopo il trionfo e la fine di un Papato mediatico come quello di Wojtyla in cui ancora stiamo vivendo.

Senza la Tv, quella digitale con i suoi costosissimi diritti, non esisterebbe nemmeno l'altra religione degli italiani, il calcio; senza Tv non esisterebbe nemmeno la politica in Italia, perché la politica senza più ideologie di partiti tradizionali, e senza candidati sul territorio, è solo quella che si fa in Tv, nei confronti ad hoc e in tutto il resto: si vince o si perde solo in Tv, non nelle piazze, nei parlamenti o da qualche altra parte. L'ultima campagna elettorale ce lo dimostra in modo inconfutabile.

Eppure dalla Tv gli italiani stanno fuggendo: ce lo dimostrano le statistiche di continua perdita degli spettatori anche in grandi eventi della Tv generalista, soprattutto nelle ultime generazioni, quelle del telefonino e degli Sms; sono anche le prime "wired or plugged", cioè connesse in Rete, una Rete a cui sempre di più ci si può collegare in banda larga, a velocità sempre più elevate, per chattare o bloggare ma anche per scaricare musica, films, video, a pagamento o in barba alla Legge Urbani, contenuti multimediali prodotti dalle major ma anche sempre di più autoprodotti, video fatti in casa, foto familiari o di testimonianza di un evento importante di cui casualmente siamo stati testimoni oculari e armati di videofonino o fotocamera digitale.

Come il Web ha cambiato, sta cambiando e cambierà la Tv? I suoi palinsesti, i modi di realizzarla, ma soprattutto di fruirla? E' il tema centrale del nostro futuro, che la Tv ci piaccia o no: lo affronta, in un modo svincolato da polemiche di corto respiro politico (una volta tanto) uno dei primi in Italia ad accorgersi della Rete e del suo potenziale culturale, sociale e mediatico: Enrico Pulcini, il giornalista che nel lontano 1994 fondò uno dei primi giornali telematici italiani: Infocity, tuttora punto di riferimento importante e autorevole per osservare e comprendere i fenomeni dei new media e del giornalismo on line.

L'ultimo libro di Pulcini uscirà il 20 Aprile per i tipi della Franco Angeli, dal titolo "Click Tv"; come altri saggi di Pulcini, spesso adottati come testi universitari, è un libro che riesce a essere nello stesso tempo un saggio critico, una guida pratica per chi si vuole cimentare nel giornalismo on line e un reportage avvincente e fresco su ciò che muta nei media e nella società.

Il Web, ci dice Pulcini, ha già cambiato la Tv oggi, nel bene e nel male: i reality show di grande successo come "Il Grande Fratello" nascono grazie all'impulso dato dalla Rete al protagonismo e all'interattività dei telespettatori, che vogliono intervenire con il proprio televoto a determinare le conclusioni e i vincitori della storia: non sarebbe pensabile senza l'avvento delle webcam. Dicevamo "nel bene" perché (per esempio) senza Internet Simone, il ragazzo di 14 anni, in Sardegna non avrebbe lanciato una delle prime Tv di strada, le Telestreet italiane, di cui si racconta la storia.

E' uno dei "miti" che stanno alla base del boom e del fascino di Internet fin dagli inizi, come già Alvin Toffler profetizzava nell'80 nel suo libro "La terza ondata" su passaggio degli spettatori a "spettautori", da consumatori passivi a "prosumer", persone che si creano il propriopalinsenso, fino all'utopia diffusa da "Wired" del testo di George Gilder, addirittura del 1990, "Dopo la televisione", dove si immagina la fine della comunicazione centralizzata, monopolio dei professionisti, della Tv, da "uno a molti", per arrivare alla Tv che ognuno fa da sè, un "personal media".

Che non sia più solo un'utopia, Pulcini ce lo dimostra raccontandoci il caso dello "tsunami dei blog, lo tsunami mediatico" di due anni, quando la presenza di migliaia di turisti in quei luoghi lontani, armati di telefonini con camera digitale e videocamere ha documentato prima e meglio di qualsiasi troupe televisiva quanto stava accadendo, e da allora è diventata la nostra realtà: dai black blok di corso Buenos Aires riconosciuti grazie ai filmati dei videofonini, ai carabinieri filmati nel pestaggio del marocchino.

Non sarebbe stato possibile pensare a una Web Tv, l'Ip Tv che sempre più vuole diventare il core business dei gestori telefonici di questo 2006, senza il boom della Tv satellitare di Murdoch, il grande monopolista della Tv satellitare nel mondo, che però ha sganciato i telespettatori dalla Tv generalista, senza possibilità di scelta negli orari e nei contenuti. Anche la Tv mobile, quella sui telefonini Umts e Dvbh, tutta da scoprire nei suoi aspetti di sostenibilità economica, di gradimento del pubblico e di cambiamento degli stessi format televisivi, è un'altra delle nuove frontiere della Tv sul Web.

Il libro di Pulcini si chiude con una ricca bibliografia e una ricchissima rassegna di siti di Web Tv, riviste on line e altro per farsi un'idea personale e diretta del fenomeno; emerge una grande fiducia, un ottimismo di fondo che dalla Tv via Internet, dalla Tv che si fonderà con il Pc nel "Teleputer" (il mitico elettrodomestico che avrà le caratteristiche di interattiva del personal ma anche la godibilità dello schermo televisivo) possa nascere una generazione di spettatori: più attenti, liberi, autonomi e, perché no, creativi, anche nel farsi soggetti produttori di informazione e intrattenimento. Una sfida più che positiva per nuove professionalità di operatori dei media (Pulcini insegna all'Università e in alcuni corsi dell'Ordine dei giornalisti) capaci di misurarsi con nuovi fruotori più critici, colti ed esigenti.

Ci dice Pulcini: "Tutti i creativi che sognano di avere un programma televisivo su Internet potranno averlo, o meglio farlo, dal proprio computer. Grazie a un nuovo linguaggio: il TvML, simile all'HTML (che permette di realizzare pagine Web), ideato per costruire in tutta semplicità programmi televisivi digitali."

Il TvML, inventato Masaki Hayashi (ingegnere della Tv giapponese NHK) è un generatore automatico di immagini, a partire da uno script e una sceneggiatura, e può essere usato da chiunque. Prosegue Pulcini: "C'è uno studio, realizzato in computer grafica e dei personaggi digitali, che possono essere animati, come presentatori. Tutto ciò che dicono e che fanno lo scrive l'autore, nelle strisce dello script. Può indicare anche i movimenti della telecamera(virtuale) o inserire nel programma musiche e filmati digitalizzati. Il player può essere scaricato gratuitamente e Hayashi si sta preparando a preparare una versione per Pc Windows".

Scheda
Titolo: Click Tv
Sottotitolo: Come Internet e il digitale cambieranno la televisione
Autore: Enrico Pulcini
Editore: Franco Angeli
Prezzo: 16 euro

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© RIPRODUZIONE RISERVATA

Pier Luigi Tolardo

Commenti all'articolo (1)

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9-4-2006 08:23

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