Il software aperto è una grave iattura. Ora pare sia anche contagioso.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 07-03-2006]
L'obiettivo è quello solito, diffondere nei governi occidentali un generale senso di insicurezza. Far pensare ai potenti della terra che tutto quello su cui ora si basano potrebbe sgretolarsi sotto i loro piedi, e finire in catastrofe, a causa di uno scontro frontale tra due diverse civiltà, o, peggio ancora, di un infezione virale letale.
Non stiamo parlando di Osama Bin Laden, ma di Bill Gates. Le due civiltà a confronto non sono quelle di Cristo e Mohamed, ma il software libero e quello proprietario. Le armi utilizzate non sono attentati kamikaze, o bombe batteriologiche, ma un uso massiccio e sproporzionato dei media, all'interno del progetto che zio Bill chiama Get the Facts (valuta i fatti), ma che ovunque è noto come FUD: Fear, Uncertainty and Doubt, ovvero paura, incertezza e dubbio.
Il FUD lo trovate dappertutto, ad esempio come pubblicità martellante nei media di informazione specializzata, tra cui anche i discussi banner su Zeus News. Oppure nella forma di deliranti ricerche, pubblicate da analisti indipendenti, peraltro più volte clamorosamente sbugiardate, e viziate quanto meno da una forte influenza del committente.
Ogni scelta effettuata dai governanti porta con sè la migrazione quasi automatica di aziende pubbliche e private, e magari anche qualche utente singolo potrebbe decidere di provare il pinguino sul proprio PC. Urge fermare questa emorragia.
"Get the Facts" approda dunque in quella fetta di stampa iper-specializzata, che si rivolge ai vertici della pubblica amministrazione. Si tratta di articoli "autorevoli", indirizzati ai professionisti dell'e-governement e ai politici, in cui si minaccia, senza pudore alcuno, chiunque intenda utilizzare software open source.
Una pubblicazione in Nuova Zelanda, a opera dello studio legale Chapmann Tripp, per conto dello State Services Commission (SSC), lancia l'allarme: alcune licenze opensource possono "contagiare altro software", forzando le agenzie governative a svelare i sorgenti dei loro programmi.
L'agente patogeno, secondo lo studio legale, si chiamerebbe "copyleft". Il software affetto da tale patologia, contagerebbe il software derivato, coprendolo con la stessa licenza malata. Un esempio di questo tipo di organismi infettivi e pericolosi è la cosiddetta GPL (General Public License).
Nella maggioranza dei casi, prosegue la pubblicazione, "gli effetti infettivi di licenze [malate] opensource possono essere limitati mettendo in quarantena i componenti infetti in maniera separata dal resto del codice." La colpa di questi disagi è tutta delle organizzazioni che si occupano di promuovere il FLOSS.
Non si sarebbero preoccupati di avvertire a riguardo del maggior pericolo della GPL: il contagio del software. Non sono mai state rese note le procedure per la profilassi da seguire per limitare i rischi, nè le regole da seguire per isolare i pezzi di software eventualmente contaminati da questa terribile malattia.
Leggi la seconda parte: Ma che cosa si fumano, questi?
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