Una directory con diecimila siti recensiti, mentre la Chiesa chiede a ogni parrocchia di andare online. Anche la messa si può fare via Internet, purché sia in diretta.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 23-11-2004]
Sempre di più cresce la presenza dei cattolici italiani nella Rete: la directory Siti Cattolici in Italia raccoglie i siti che abbiano le caratteristiche della cattolicità ed è nata per iniziativa di un informatico laico e sposato, Francesco Diani, che la manda avanti senza sponsorizzazioni e pubblicità, se non quelle di qualche casa editrice cattolica e del servizio Tim che invia il Vangelo del giorno, tramite Sms. Oggi questa directory raccoglie 10.000 siti, di cui ben 8.807 attivi: l'ultimo a essere inserito è stato quello quello della Rete di Lilliput.
Cresceranno ancora e diventeranno ben di più se le parrocchie italiane prenderanno sul serio l'invito che la Chiesa Cattolica in Italia rivolge loro, attraverso il suo nuovo Direttorio per le Comunicazioni Sociali: un documento di analisi e indicazioni operative sul rapporto tra Chiesa e mass media appena uscito, in cui si chiede a ogni parrocchia di dotarsi di un proprio sito web anche per dialogare e comunicare con i fedeli.
Si tratta per la parrocchia di familiarizzare meglio con il linguaggio e i luoghi utilizzati e frequentati dagli uomini del nostro tempo, di cui la Rete è uno dei più importanti; questo si può fare anche dotandosi di un proprio sito web parrocchiale che affianchi il più tradizionale bollettino, la bacheca parrocchiale, la sala della comunità (cioè il vecchio cinema parrocchiale utilizzato come sede di dibattiti e iniziative culturali e contenitore multimediale), e le altre attività catestiche, culturali, sportive e del tempo libero che costituiscono la vita parrocchiale.
Anche la Messa può essere trasmessa via Internet, per agevolare la fruizione ad anziani e malati, ma mai in differita, perché anche a distanza deve rimanere una partecipazione a un evento celebrato realmente in quel momento.
Sempre in questo documento si invitano i seminari a introdurre nei programmi per i futuri sacerdoti la conoscenza dei nuovi media, il loro linguaggio e le loro tecniche, anche da un punto di vista pratico e non solo teorico, così come si invitano le Diocesi a formare degli "operatori pastorali della comunicazione", cioè dei volontai laici che lavorino accanto ai preti, ai diaconi, ai catechisti, ai volontari della Caritas per mettere al servizio della Comunità Cristiana gli strumenti della comunicazione sociale e per un lavoro di riflessione ed elaborazione e trasmissione culturale all'interno della stessa.
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