Le istituzioni di tutto il mondo richiedono sempre più rigidi controlli sulle informazioni che circolano attraverso il protocollo TCP/IP - ma non solo. La fine della libertà d'espressione globale?
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 16-03-2004]
La situazione è sempre più oscura e incerta. Quale futuro per il concetto di comunicazione libera?
Viviamo in tempi difficili. Il tragico episodio dell'11 settembre 2001 è una indelebile fotografia nella memoria collettiva: morte, distruzione e dolore sono le armi utilizzate dal terrorismo globale. La strage di Madrid è una triste conferma di quanto detto.
Il punto della questione è che il termine "globale" si coniuga imprescindibilmente con l'esigenza comunicativa di una rete senza confini, della quale approfittarsi -in quanto individui- per ottenere informazioni aggiornate, orientarsi, ma sopratutto potersi esprimere in libertà.
Nonostante ciò, le istituzioni dei paesi più in vista sullo scenario internazionale stanno considerando di utilizzare il "rischio terrorismo" per stringere in una morsa tutti i sogni che Internet può realizzare: l'utopia della libertà globale di comunicare inizia a sfumare sotto i colpi della "nuova censura".
L'FBI ha recentemente chiesto al governo USA di poter estendere a macchia d'olio la rete di monitoraggio delle informazioni digitali: in nome del Patriot Act (documento straordinario che conferisce poteri enormi agli organi di polizia, in risposta alla strage delle Twin Towers), richiede di poter "spiare" liberamente qualsiasi tipo di connessione a banda larga, via cavo o via etere.
Addirittura viene ipotizzata la disposizione di back-doors pressochè ovunque, persino nelle "innocue" console videoludiche, come X-Box e PlayStation2.
La Cina adotta metodi più drastici: tutti i siti Web non corrispondenti alle specifiche norme emesse dall'Ufficio Governativo sull'Informazione (un vero e proprio ufficio censura alle direttive della nomenklatura del partito nazional-popolare) vanno chiusi e considerati "criminali". Arresto e provvedimenti amministrativi immediati per i responsabili.
In Italia, una legislazione non dissimile da quella americana ha recentemente provveduto a rendere illegittimo il fenomeno del file sharing, chiedendo eccezionalmente ai provider di mantenere per oltre 2 anni i log delle attività in rete dei singoli utenti.
Il concetto di "censura" è rintracciabile, nel corso della storia dei media, sin dai tempi più antichi. Già la Roma repubblicana prevedeva una carica pubblica -quella, appunto, del censore- che tra i molteplici compiti aveva l'obbligo di controllare la diffusione e la natura degli acta diurna e degli acta senatus, i corrispettivi degli attuali quotidiani e gazzette politico-istituzionali.
Successivamente, con l'imperante presenza del cattolicesimo in Europa, la Chiesa di Roma ha controllato l'informazione di tipo intellettuale-filosofico attraverso il cosiddetto index librorum proibitorum, un registro di pubblicazioni non autorizzate.
Ma non finisce qui: pensate che la libertà d'espressione e di stampa ha dovuto attendere tutto il 1700 per affermarsi come valore portante della società illuministica, attraverso tortuosi percorsi in Inghilterra ed in Francia.
Si intuisce come la situazione attuale - Internet e i nuovi media - sia il risultato di un lento e generale percorso evolutivo, che ha portato l'individuo a sentirsi finalmente parte di una vera collettività di esseri umani, ognuno con la propria personalità e la propria voce, ciascuno in grado di esprimersi liberamente senza barriere, senza filtri imposti "dall'altro".
Quale futuro per la libertà d'espressione? Se l'informazione sarà sempre più schedata, controllata e processata, quale tipo di società ci attende nei prossimi secoli?
Per maggiori informazioni sul tema, consultare lo splendido volume "Storia dei media" di Jean-Noel Jeanneney, edito in Italia da "Editori Riuniti".
Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con Zeus News
ti consigliamo di iscriverti alla Newsletter gratuita.
Inoltre puoi consigliare l'articolo utilizzando uno dei pulsanti qui
sotto, inserire un commento
(anche anonimo)
o segnalare un refuso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA |
|
|
||
|