La borsa immorale

In contrapposizione ai fondi etici nascono i fondi non etici: alcune organizzazioni invitano ad investire in azioni di aziende che potrebbero avvantaggiarsi in caso di eventi tragici. Bufale? Truffe? Forse entrambe le cose: spam.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 08-01-2004]

Una mail tra le centinaia che arrivano ogni giorno. "Bio-Terrorism Stock Alert questa settimana consiglia: comprate azioni EFSF (e-FoodSafety.com). È la sola azienda a detenere brevetti per la consegna al dettaglio di frutta e verdura sterilizzata."

Prima reazione: "Bastardi!" Speculare sull'eventualità di una guerra batteriologica è operazione di sciacallaggio non da poco. Pochi secondi di meditazione ed arriva la seconda reazione: "Imbecilli." Pensare che durante un attacco biologico si avvantaggi un'azienda specializzata nella fornitura di cibi per salutisti, più che irritante, è ridicolo. Riesco a malapena a immaginare uno scenario economico sotto allarme biologico, ma mi riesce ancor più difficile pensare che in queste situazioni qualche avvocato possa intentare causa a chi aggiunge uno sterilizzatore al proprio processo di confezione alimenti, per far valere i brevetti unici detenuti dalla EFSF.

Ancora un attimo di pazienza (sapete, sono un po' lento di comprendonio) e arriva la terza reazione: "Forse ci marciano..." E la verità mi si schiude davanti agli occhi, incurante delle spesse fette di prosciutto che li ricoprivano fino a pochi secondi prima: non è necessario che siano notizie vere, è sufficiente che siano verosimili.

E in effetti ci sono cascati in tanti. Ho compiuto due o tre verifiche, utilizzando i normali strumenti a disposizione di tutti: i motori di ricerca. Così ho potuto scoprire che la mail che tanto mi ha fatto arrabbiare è pubblicata interamente sul sito stupid spam. Inoltre, sul sito Raingod.com si può consultare l'elenco delle aziende quotate a Wall Street, le cui azioni sono state oggetto di "pubblicità indesiderata via mail". E fra queste aziende, indovinate un po', c'è proprio la EFoodSafety.com.

Una vera e propria bufala via mail, ma priva di uno degli elementi fondamentali: la gratuità. Le bufale classiche nascono e si propagano per i motivi più vari: talvolta politici, razzisti, o tendenti a screditare qualcuno, talvolta senza motivo razionale, o per semplice idiozia, a volte per celia. Ma se, come questa, nascono per evidenti motivi di tornaconto, non possono essere considerate bufale vere e proprie. A mezzo di esse gli spammatori fanno crescere il valore dei titoli che posseggono o che hanno acquistato a termine, o calare quello delle azioni che hanno venduto a termine.

Perchè sia efficace un'azione promozionale via spam, è necessario che i titoli siano semi-sconosciuti. Parmalat, Enron, Cirio: quella è roba per professionisti, altri finanzieri, altra classe. Qui no, basta poco per turbare gli equilibri. Un'informazione sussurrata, un parere attendibile dato con nonchalance davanti al bancone di un bar, o con la canna da pesca in mano. La notizia, nata da una mail frettolosamente letta, si propaga, con l'autorevolezza del tono confidenziale. Ci vuol poco per far salire o scendere un titolo con bassa capitalizzazione. E quel poco, lo spammatore lo ottiene sempre (credo).

E a chi, come me, ritiene sempre una sorpresa che qualcuno possa abboccare alle fregnacce via spam, una considerazione squisitamente economica: lo spamming costa poco, quindi ci vuole poco a renderlo redditizio. Una risposta positiva su 100.000 contatti sarebbe per qualsiasi campagna un miserabile fallimento. Per lo spammer è un successo.

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© RIPRODUZIONE RISERVATA

Commenti all'articolo (1)

Marcello
però l'idea non è male... Leggi tutto
8-1-2004 20:51

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