La quasi totalità della redazione giornalistica di Clarence abbandona il portale.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 05-10-2003]
Clarence è considerato un caso di successo nel mondo dei portali Internet italiani: una formula decisavamente innovativa, basata sulla satira e sul divertimento non disimpegnato ma colto ed intelligente, una linea politica "alternativa", una capacità di cogliere quanto di più nuovo, originale si muove in Rete.
Questa formula ha attirato ed attira centinaia di migliaia di visitatori, un "target" come direbbero i pubblicitari molto interessante perché fatto di giovani professionisti "urbani" appassionati di high-tech, viaggi, film, libri, spettacoli, sicuramente non consumatori modesti, anzi. Ora, sembra che per Clarence si chiuda un'epoca.
Sette redattori su otto della redazione giornalistica di Clarence, praticamente tutti, hanno lasciato Clarence e dal 1 Ottobre non firmeranno più niente di quello che appare sul noto sito. In un comunicato di addio ai lettori-navigatori i sette che sono Stefano Porro, Guido Fossati, Alberto Burba, Elena Galli, Nikolai Kontorov, Jonathan Sivi, Igino Domanin dicono: "Sette di noi (su un totale di otto) hanno deciso di andarsene. Ce l'abbiamo messa tutta, in questi quattro anni, convinti che un'informazione smaccata e senza bavaglio, unita a qualche sana battuta, fosse il modo migliore per rendere unico e florido questo sito. Non abbiamo cambiato idea e per questo continueremo il nostro lavoro altrove". L'unico che è rimasto, per motivi personali, è Maurizio Pluda. Gianluca Neri, amministratore delegato fino allo scorso luglio, ora è collaboratore esterno della testata.
I motivi che hanno portato questi giovani web-giornalisti a questa scelta sono da ricercarsi nella cessione della proprietà di Clarence all'Internet Provider fiorentino Gruppo Dada (quello di SuperEva) che all'inizio aveva garantito la più ampia autonomia editoriale al gruppo fondatore, evidentemente, qualcosa non è andato in questo senso.
Con l'uscita della redazione di Clarence dal loro portale rischia di spegnersi una delle voci libere, anticonformiste e scanzonate del nostro Web italiano: peccato!
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