Il fondatore di Facebook non dovrà scucire altro denaro per risarcire gli autori dell'idea alla base del social network.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 13-04-2011]
Mentre Paul D. Ceglia torna alla carica per contestare la proprietà di Facebook, Mark Zuckerberg può per lo meno tirare un sospiro di sollievo per una vicenda analoga.
Una corte d'appello ha infatti dato torto ai gemelli Winklevoss, ex compagni di università del fondatore di Facebook e, a quanto sostengono, autori dell'idea originaria su cui è costruito il social network.
La vicenda è stata descritta anche nel recente film su Facebook: Tyler e Cameron Winklevoss immaginano un annuario online per l'università e chiamano il progetto Harvard Connection, in seguito ribattezzandolo ConnectU.
Quando Facebook viene lanciato, i Winklevoss si rendono conto che il loro progetto è stato "rubato": si rivolgono al rettore di Harvard ma non ottengono niente; poi lasciano apparentemente cadere la cosa.
Quando il social network diventa una realtà con milioni di utenti, però, i gemelli tornano a farsi vivi pretendendo un indennizzo: nel 2008 lo ottengono - con quella che sembra un'indiretta ammissione di colpa da parte di Zuckerberg - incassando 65 milioni di dollari (20 in contanti e il resto in azioni, secondo la quotazione privata di allora; oggi valgono 180 milioni di dollari).
Poi si accorgono che la quotazione di Facebook, peraltro non ancora arrivato in Borsa, è di diversi miliardi: ritengono di essere stati presi in giro e chiedono altri soldi.
È a quest'ultima richiesta che la giustizia americana ha risposto di no: secondo il giudice Alex Kozinski quanto hanno ottenuto tre anni fa è una cifra adeguata e null'altro è dovuto loro.
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