Ci hanno abituati bene, ci hanno a lungo offerto servizi senza alcun costo, per renderci inconsapevolmente dipendenti da loro: ora, che sanno di averci in pugno, vogliono farci pagare quello che fino ad ieri era gratis. Una volta inviavamo SMS e scaricavamo loghi, suonerie, tutto quello che ci poteva interessare via web, senza spendere un eurocent. Oggi cercano di farci pagare e, nonostante continuino a ripetere che tutto è ancora senza costi a carico nostro, la realtà inizia ad essere un'altra. Anche per gli SMS inizia una nuova stagione più difficile per i consumatori, quella cioè in cui il servizio tende a diventare a pagamento.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 17-04-2002]
Se oggi vogliamo mandare un logo o una suoneria al nostro telefono, dobbiamo passare quasi sempre attraverso quei programmi che il gestore del sito ci obbliga a scaricare: questi, in realtà, quando vengono lanciati chiudono la nostra connessione Internet solita e ne aprono una verso numeri a pagamento, come ad esempio un 899 od un 166, che costano all'utente 1,5 Euro più IVA al minuto. Oppure dobbiamo chiamare direttamente un numero a pagamento: in tal caso, almeno, quando componiamo il numero siamo già consapevoli di quello che spenderemo.
I gestori spesso dichiarano che il servizio è gratuito, mentre in realtà in questi casi accediamo alla rete dei servizi telefonici che vengono pagati tramite il costo maggiorato di connessione.
Va bene, la pubblicità proposta sui siti tramite i banner probabilmente non basta a pagare tutti i loghi e le suonerie che disponibili, ma il fatto di averci stregati con servizi offerti gratis e poi imbrigliati non è del tutto corretto. L'alternativa poteva essere limitarci ad un numero massimo di invii o download giornalieri, senza costringere gli utenti sia a sorbirsi la pubblicità, sia a pagare la connessione tramite le telefonate ai 166 o agli 899: tale è l'alternativa che ha adottato con successo Infostrada. In realtà il problema non è solo che ora ci fanno pagare, ma ben altro: il fatto che venga aperta una connessione diversa da quella normalmente configurata, questa volta a pagamento e con costi elevati, non è sempre chiaro per l'utente finale.
Non tutta la colpa è di chi oggi offre questi servizi: per legge, infatti, il tipo di servizio, il tipo di numero che si chiama ed il costo della connessione devono essere comunicati all'utente. Ma molto spesso questi dati sono scritti in caratteri minuscoli, qualche volta perfino difficili da scovare, ma quando installiamo qualcosa sulle nostre macchine forse sarebbe meglio sforzarsi di capire bene di cosa si tratti: sul programmino che installiamo, i dati riguardanti il costo di connessione ci sono, devono esserci.
Una parte di responsabilità è nostra, perché ci siamo abituati a considerare sano e gartuito tutto quello che viene dal web. Ma una parte è proprio di quei gestori, che ci hanno abituati a servizi senza nessun costo e ora sfruttano un'abitudine ormai consolidata: forse i programmini tradiori erano già pronti da quando hanno iniziato a stregarci, volevano solo prepararsi il mercato.
Un discorso diverso va affrontato per i classici SMS di testo che una volta si potevano inviare gratuitamente da Internet: un servizio offerto da diversi siti. Oggi non sono (ancora) a pagamento, ma sono stati imposti molti limiti. Vero è che molti abusavano degli SMS gratis via web, come chi nell'arco di una giornata riusciva a mandare lettere intere ai cellulari degli amici scomponendole in messaggini da 160 caratteri o meno. Per fortuna i gestori sono corsi ai ripari semplicemente limitando il traffico per utente, colpendo così quasi esclusivamente chi davvero esagerava.
In tal modo sono nati i servizi che necessitano di registrazione, come ad esempio quelli di Infostrada (che offre anche l'invio di loghi e picture-message), di Inwind e di Blu. La filosofia di oggi prevede che i gestori (che spesso sono anche operatori di telefonia mobile) diano la possibilità di utilizzare il loro servizio per un numero massimo giornaliero di volte. E fanno in modo di privilegiare gli SMS diretti verso la loro rete, offrendoli in quantità maggiore, rispetto a quelli inviati verso gli altri gestori. Un modo in più (ben studiato) per spingere gli utenti a scegliere la loro offerta per la connessione GSM.
Non sempre però la gestione del limite è effettuata con chiarezza. In questi casi Il rischio è quello di inviare un messaggio che non verrà letto dal destinatario: non viene visualizzato il fatto che la quota massima giornaliera di SMS inviabili del sito è stata raggiunta, ma si riapre la pagina di invio messaggio come se quello precedentemente inviato fosse andato a buon fine.
Una nota particolarmente dolente è il servizio fino a poco tempo fa offerto dal programma di instant messaging ICQ, oggi non più attivo in Italia. Il programma affiancava al nome delle persone nella nostra rubrica l'icona di un telefono, tramite la quale si accedeva al serizio SMS, con la possibilità di inviare un messaggio. Presi dalla curiosità siamo andati a vedere la pagina dei gestori di telefonia mobile partner di ICQ, che ricordiamo essere uno dei più conosciuti al mondo, ed abbiamo scoperto che nemmeno uno dei gestori italiani offre collaborazione per questo servizio gratuito. Anzi, per essere più precisi, tutti i gestori di telefonia italiani hanno scelto di troncare la collaborazione con i gestori di ICQ: in passato era possibile inviare questo tipo di messaggi anche verso telefonini italiani, e tutti i gestori italiani avevano il loro nome sulla pagina di ICQ.
In compenso, anche se oggi i gestori italiani si sono ritirati dalla collaborazione con ICQ, ci sono ancora gestori di numerosi Paesi che forse preferiscono mirare non solo ed esclusivamente all'utile di breve periodo, ma anche alla soddisfazione dei clienti ed alla pubblicità intrinseca che offerte di questo tipo portano con sè. Speriamo che le compagnie di telefonia mobile italiane tornino sui loro passi: sarebbe una scelta utile per gli utenti e, sicuramente, una dimostrazione di disponibilità che gioeverebbe alla loro immagine.
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