Abolire la Siae, ente inutile

La Società Italiana degli Autori ed Editori crea più problemi di quanti ne risolva e sottrae risorse al sistema. I giovani autori possono andare avanti da soli e farsi conoscere con Internet senza buttar via denaro inutilmente.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 26-05-2009]

abolire la siae

Altroconsumo pubblica una rivista chiamata Hi_Test che è completamente dedicata ai prodotti ed ai servizio di tipo elettronico e digitale. Nel numero corrente (N° 13, Maggio 2009) è presente un articolo intitolato "Creatività tra passato e futuro" che tratta del rapporto tra gli autori, i consumatori e la Siae. Per i soci di Altroconsumo la rivista è disponibile in formato Pdf.

Se non sapete cosa sia la Siae, l'articolo lo spiega subito: "In Italia la gestione dei diritti d'autore ha per protagonista un unico soggetto: la Siae, Società italiana autori ed editori. Fondata alla fine dell'Ottocento, questa associazione, che è un ente pubblico, è l'unica preposta a fare da intermediario tra l'autore di un'opera e chi vuole utilizzarla".

"Per un autore l'iscrizione non è obbligatoria ma "consente di avere a disposizione un'organizzazione capillare, in Italia e nel mondo, che provvede a seguire le utilizzazioni delle opere ovunque e comunque avvengano", come si legge sul sito Siae".

"Insomma, potreste controllare voi stessi quando vengono usati i vostri brani, riscuotere i diritti e verificare che non vi siano abusi, ma sarebbe un lavoraccio". In buona sostanza, la Siae si occupa di vigilare sull'uso che viene fatto delle opere coperte da diritto d'autore e di incassare le relative "royalties" per conto degli autori.

Questo almeno in teoria. Nella pratica, le cose vanno in modo molto diverso: "Vale la pena investire 220 euro alla prima iscrizione e altri 91,50 ogni anno successivo per lo scrupoloso monitoraggio delle opere? Non proprio. Qualunque locale che faccia musica dal vivo, pianobar o che diffonda musica da ballo, come le discoteche, deve stilare il "programma musicale" con la lista di tutti i brani eseguiti con titolo e autore."

Cioè non c'è nessun bisogno di Siae. Basterebbero i normali controlli della Guardia di Finanza per garantire che i diritti degli autori vengano rispettati.

Ma non è finita qui: "Pensereste che la Siae raccolga tutte queste liste e le usi per scoprire quante volte è stata eseguita una canzone di Ligabue e quante volte una del giovane autore Mario Rossi per poter distribuire a ciascuno l'esatta quota di diritti".

"In realtà i diritti riscossi per i cosiddetti "balli e concertini" sono basati in massima parte sulle verifiche campionarie: almeno 500 visite anonime ogni semestre nei locali del Paese, annotano di persona i brani che stanno suonando o diffondendo".

su questi verbali che si basa il 75% della ripartizione dei diritti per i concertini e il 50% per le discoteche. La percentuale rimanente dei diritti si basa su un campione pari a 1/5 dei programmi musicali pervenuti". Insomma, Siae non fa nulla di più di quello che fa, dal canto suo, la Guardia di Finanza.

Quindi: "Come potrà Mario Rossi, autore in erba, vedersi riconosciuti i diritti per tutte le pubbliche esecuzioni nei locali della sua cittadina se i programmi compilati sono tenuti in così poco conto? Più che a un sistema proporzionale di distribuzione questa assomiglia per lui a una lotteria".

E infatti, l'articolo prosegue in questo modo: "Ma l'autore che non ha ancora inciso un pezzo di successo difficilmente riuscirà a fare soldi grazie alla Siae: lo dimostra il fatto che circa il 60% degli autori musicali iscritti (cioè più di 44.000), per ammissione della Società stessa, è in perdita: spende ogni anno per l'iscrizione più di quanto guadagni in diritti".

"Una volta divenuto socio Siae, Mario Rossi non può più curare direttamente i propri diritti, perché la Società è l'unica delegata a farlo. Che non si azzardi quindi a mettere a disposizione per l'ascolto su Internet i suoi brani, come fanno tutti gli autori in cerca di fama: per non essere "fuorilegge" deve chiedere un permesso a Siae e pagare da 60 a 360 euro l'anno".

"A un giovane autore non conviene iscriversi alla Siae per inseguire i diritti. Meglio produrre in proprio e lasciare la libertà di utilizzo dei brani." Insomma, l'ennesima testimonianza di quanto il meccanismo attuale di protezione del diritto d'autore sia in realtà ingiusto, aleatorio, farraginoso e obsoleto. Leggendo questo articolo, la domanda sorge spontanea: "si potrebbe fare di meglio?"

In realtà, si può già fare di meglio adesso, senza toccare una sola riga della legislazione esistente. Basta ricordarsi che per per molte opere (specialmente di giovani autori) la raccolta di compensi da parte degli utilizzatori (che viene curata dalla Siae) è ben poca cosa.

La distribuzione gratuita di musica e altri prodotti attraverso Internet ed altri canali è invece un'ottima forma di pubblicità e permette di ottenere l'attenzione dei "veri" clienti: TV, radio, produzioni TV e cinematografiche, altri tipi di editori e di committenti.

Con questi clienti professionali l'autore può trattare in modo diretto (avvalendosi di un avvocato e/o di un consulente), senza passare da Siae. Siae può essere tirata in ballo in seguito, se e quando se ne sentirà effettivamente la necessità.

Dal punto di vista politico e legale, tuttavia, il giudizio negativo nei confronti di Siae è ormai unanime, se non altro per il suo bilancio eternamente in rosso. Anche Altroconsumo denuncia questo stato di cose nel suo articolo:

"I costi superano di 31 milioni di euro i ricavi: il bilancio perciò andrebbe in rosso se non fosse per quei 41 milioni di proventi da investimenti finanziari. Tra i ricavi spiccano i 3,6 milioni per la gestione monopolistica dell'equo compenso, i 30 milioni ottenuti dallo Stato per la riscossione di imposte e i 12 milioni del bollino."

Siamo di fronte a un vero e proprio "ente inutile" che sottrae risorse al sistema e crea molti più problemi di quanti ne risolva.

A questo punto, la soluzione è una sola: questo ente deve essere abolito e sostituito nei suoi compiti di "sorveglianza" dalla Guardia di Finanza (che già se ne occupa). Per ogni altro compito svolto da Siae basta e avanza un normale avvocato.

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© RIPRODUZIONE RISERVATA

Commenti all'articolo (ultimi 5 di 25)

{Federico}
La soluzione si chiama CREATIVE COMMONS!!!! SVEGLIA!!!!
9-6-2013 14:29

E' incredibile che ci sia ancora qualcuno così ingenuo da non capire che la SIAE non ha alcuna funzione di tutela reale degli autori, ma è soltanto un'organizzazione mafiosa abbellita. :shock:
23-1-2012 22:16

{manlio cangelli}
non tutti diventano grandi artisti Leggi tutto
4-6-2009 16:15

Basterebbe poco... Leggi tutto
29-5-2009 20:08

{Berto}
SIAE, una delle realtà più torbide del nostro paese Leggi tutto
29-5-2009 11:34

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